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Dal Consorzio al Comune

Il 2014 finalmente per il quartiere Giardino di Roma è l’anno in cui le opere di urbanizzazione iniziano a passare in gestione al Comune di Roma.

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Nonostante abbia lasciato da tempo il Comitato di Quartiere, comitato poi scioltosi in una associazione culturale meno attiva di una bocciofila, non ho smesso di occuparmi del posto in cui vivo. Avendo alcuni progetti che stò portando avanti con altre persone nell’Associazione Culturale Bona Fides, ho partecipato la settimana scorsa ad un incontro con vari funzionari del Dipartimento Urbanistica del Comune di Roma. Ho scritto un lungo articolo su questo incontro, articolo che potete leggere qui sul sito di Bona Fides.

In soldoni dall’incontro è venuto fuori che la fermata metro si farà quando sarà conveniente per il Gruppo Caltagirone costruire le ultime palazzine – e non sembra essere questo il periodo adatto. Il Centro Civico si farà se con gli altri di Bona Fides saremo sufficientemente bravi da far vincolare dei soldi che a breve saranno disponibili – e speriamo di riuscire ad esserlo. E soprattutto che la nuova amministrazione comunale sembrerebbe avere deciso di interrompere la palese opera di ostruzionismo messa in atto finora per impedire la presa in carico da parte della stessa delle opere di urbanizzazione.

Nei dettagli:

  1. Il Servizio Giardini del Comune di Roma sembra accettare che le mancanze del verde pubblico siano poca cosa e possano risolversi principalmente con la piantumazione di pochi alberi onde far corrispondere quanto stabilito dalla Convenzione di Costruzione con la realtà.
  2. l’ACEA ha preso in carico l’illuminazione pubblica con effetto retroattivo all’inizio del 2014.
  3. Entro Luglio ACEA dovrebbe rilevare il depuratore. Mancherebbe solo l’installazione di una valvola speciale per poter adempiere al passaggio.
  4. A Luglio verrà eseguito un sopralluogo definitivo delle strade onde pianificare eventuali riparazioni e procedere alla presa in carico.

Ammetto di essere commosso! Al di là dell’illuminazione spesso soggetta ad improvvisi black out e alle strade sempre pronte a regalarci nuove voragini, il problema principale che mi assorbì negli anni del Comitato fu proprio il depuratore. Fu il successo più grande di quel gruppetto di persone – anche se meno vistoso rispetto all’eliminazione dell’antenna Vodafone dal centro del quartiere o all’apertura delle strade tra Via Macario e Via di Fiumalbo. Di fatto si trattò prima di renderne trasparenti i costi di manutenzione nonché di abbatterli. E poi di farlo adeguare all’ultima normativa sulla depurazione delle acque reflue. Adeguamento che fu ottenuto ammodernandone la tecnologia, operazione che contribuì tra l’altro al calo delle spese per l’energia elettrica.

Guardandomi indietro penso poi al caso che ci ha fatto acquistare casa in un Consorzio privato. Se lo statuto del nostro Consorzio fosse stato meno caotico forse non ci troveremmo con i noti problemi di cassa dovuti alla morosità di molti consorziati. Sono solo questi problemi economici che ci rendono conveniente liberarci della gestione del depuratore. Gestione che sotto ACEA verrà globalmente a costarci di più, visto che ACEA vorrà ottenere un guadagno dalla sua gestione. Ma tant’è…

E ora accarezzo due idee. Costruire questo Centro Civico. E magari organizzare una gestione privata del verde pubblico – ma PRIMA debbo vederlo veramente passare al Comune 😛