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Consorzio di gestione

Il Consorzio. Chi è e che cos’è. All’inizio era una bella domanda. Ora lo sappiamo. Quì da noi il Consorzio è Zeus sull’Olimpo. Nulla si può fare se non è autorizzato dal Consorzio. Il Consorzio gestisce tutto, il Comune di Roma nulla.

La convenzione stipulata tra il costruttore (Caltagirone) ed il Comune di Roma (Rutelli) prevedeva la  costruzione di questo quartiere su un’area destinata a ben altro. Come compensazione per il cambio di destinazione d’uso si richiedeva al costruttore l’edificazione di opere di urbanizzazione (strade, scuole, illuminazione pubblica, un depuratore per le acque reflue, ecc). Per gestire e manutenere le opere si richiedeva la costituzione di un consorzio obbligatorio. I cittadini che avessero acquisito i beni immobili nel territorio del consorzio avrebbero dovuto aderire allo stesso e contribuire al mantenimento delle opere di pubblica utilità fino alla loro cessione al Comune di Roma.

Di fatto il Comune si è sollevato per molti anni dalla gestione di una fetta di territorio, sobbarcandone le spese sui cittadini a cui già richiedeva un contributo tramite l’ICI per la gestione del resto del proprio territorio. Evito commenti personali.

Viene quindi costituito il Consorzio con relativo statuto. Uno statuto unico nel suo genere, che stabilisce che i proprietari degli appartamenti sono di fatto i consorziati, ma vengono rappresentati nell’Assemblea Consortile dall’amministratore dello stabile.

Il primo Consiglio di Amministrazione (CdA) del Consorzio è composto da 5 membri, ovviamente facenti riferimento alle società coinvolte nella costruzione del quartiere.

2006

Prime news sul Consorzio per il sottoscritto. Un tal Marsili approfitta delle vicine elezioni comunali, e della visita nel quartiere di uno degli amministratori del Municipio XIII, per convocare la riunione di un Comitato di Quartiere. Riunione in cui ci parla del Consorzio, e delle morosità. Una parola piccolina che nasconde un problema enorme. Come per le tasse, se non si versano regolarmente le quote consortili, risulterà impossibile per il Consorzio effettuare la manutenzione delle strutture o apportare migliorie al territorio. Marsili parla bene, ma il suo Comitato resta una creatura sua personale. Comunque di lì a poco il CdA viene allargato da 5 a 7 membri e lui ed un’altra signora vengono cooptati per dare voce al quartiere. Peccato che mai queste due persone hanno pensato bene di cercare di coinvolgere i comuni cittadini nel loro operato.

2007

Nel 2007 l’entità Consorzio resta per i più ancora molto fumosa. Se ne sà poco e poco interagisce con la comunità. Intanto è nato un vero Comitato di Quartiere, con tanto di Statuto e registrazione all’Agenzia delle Entrate.

Il CdQ prende di punta il Consorzio tramite due strade parallele. Da un lato cerca confronti e colloqui col Presidente Orlandi per iniziare a risolvere i tanti problemi degli abitanti. Dall’altro lato, in vista della scadenza a metà anno del mandato del CdA,  facendo un’azione di lobbing sugli amministratori con due obiettivi:

  1. responsabilizzarli affinchè smettessero di approvare i bilanci consortili senza batter ciglio. Troppo sommari si presentavano tali bilanci e troppo facilmente erano stati approvati in passato senza la benchè minima discussione da parte degli amministratori.
  2. eleggere durante l’assemblea per il rinnovo del CdA persone residenti nel quartiere e quindi dare la possibilità ai cittadini di gestire il proprio territorio.

Si genera un braccio di ferro che si protrae per quasi sette mesi, col CdA scaduto che non convoca l’assemblea consortile, ed il CdQ che serra i ranghi e preme perchè si arrivi al rinnovo.

Alla fine si giunge ad un accordo. Vengono confermati 3 membri del vecchio CdA (il Presidente Orlandi, Panebianco e Riccardi) facenti riferimento a Caltagirone e vengono eletti 4 nuovi membri (Brandolini, Lavorato, Valentini, Zambrotti) facenti riferimento al CdQ. Chi l’avrebbe detto? Quattro gatti quanti siamo noi che riescono ad imporsi su una delle persone più potenti del paese? Che vittoria! 🙂

2008

Il primo problema che il nuovo CdA deve affrontare è la manutenzione del verde pubblico. Scaduto il contratto con l’azienda Vivai Mari, viene passata la gestione ad Ambiente 2000, operazione che permette un risparmio di 20.000 euro. Il CdA trova anche un accordo con Vivai Mari per effettuare una transazione per ripianare i debiti accumulati con quest’azienda.

Dopodichè arriva il macigno dei bilanci consortili. Che sono pesantemente in rosso perchè mancano all’appello una notevole quantità di rate. Le rate consortili sono raccolte da ogni singolo amministratore nello stabile che amministra. In alcuni condomini vengono emessi bollettini separati per le rate condominiali e per quelle consortili, in altri le rate condominiali comprendono quelle consortili. In entrambi i casi buona parte delle palazzine risulta morosa nei confronti del Consorzio.

L’opera del CdA e del CdQ procede allora parallela. Senza soldi infatti non solo non è possibile garantire la corretta gestione dei servizi esistenti, ma neanche venire incontro alle richieste di migliorie che provengono dai cittadini.

Da un lato quindi viene prodotto un bilancio dettagliato, con ogni voce motivata e, dove possibile, vengono richiesti ed ottenuti risparmi nelle spese.

Dall’altro si inizia una forte opera di sensibilizzazione verso gli amministratori ed i cittadini affinchè vengano ripianate le morosità.

Come conclusione di quest’opera di risanamento vengono emessi dal Consorzio dei decreti ingiuntivi per il recupero delle morosità più gravi, un’azione sofferta atta ad evitare che chi è in regola con i pagamenti debba patire dei disservizi causati da chi non vuole ottemperare ad un proprio obbligo.

Un discorso a parte lo merita la Cooperativa Giardino di Roma1. La Cooperativa dovrebbe pagare al Consorzio delle ormai ingenti quote per l’utilizzo delle infrastrutture consortili (energia elettrica, strade, acqua potabile, depurazione acque reflue), ma contesta gli importi richiesti. L’ultimo atto del vecchio CdA del Consorzio è stato quello di aprire una causa civile con la Cooperativa. Sebbene il CdQ sia stato da sempre favorevole ad un accordo – il Consorzio incasserebbe meno di quanto dovuto, ma la situazione si sbloccherebbe e si regolarizzerebbero ulteriori entrate – fin’ora il Consorzio è stato di diverso avviso e ha proseguito nell’iter intrapreso.

2009

La vita del Consorzio è ancora pesantemente condizionata dai problemi di bilancio. Nel 2009 controvoglia il Consorzio è stato costretto ad emettere dei decreti ingiuntivi onde poter riscuotere le morosità più gravi. L’azione complessiva di sensibilizzazione volta a risanare le casse consortili ha ottenuto un risultato positivo ed uno negativo.

Tutti gli amministratori, salvo uno, stanno riuscendo a ripianare le morosità dei condomini che amministrano. Comunicazione, trasparenza nei bilanci consortili, maggior coinvolgimento della popolazione e degli amministratori hanno portato ad una maggiore adesione verso la causa comune.

Al contrario uno dei principali amministratori nel quartiere, amministratore a cui carico erano stati emessi i due principali decreti ingiuntivi, decide di fare ricorso verso tali decreti, vincendo in primo grado la causa2. Al momento il giudice ha decretato che all’amministratore non compete la riscossione delle morosità, ma che spetta al Consorzio emettere dei decreti ingiuntivi verso i singoli morosi. La questione si sarebbe già risolta se l’amministratore in questione avesse comunicato gli estratti conto dei morosi al Consorzio, come l’autorizza tra l’altro a fare una nota del Garante della Privacy all’ANACI3 in data 26/9/2008. Ma al momento quest’amministratore si rifiuta di effettuare tale comunicazione proprio adducendo motivi di privacy. In più, facendo riferimento alla suddetta sentenza, ha evitato di riscuotere le quote consortili del 2009, causando un grave ammanco nei bilanci consortili. Confido che prima possibile le due parti, amministratore e Consorzio, trovino il modo di risolvere la querelle, anche perchè se così non fosse chi ne pagherebbe le conseguenze saremmo tutti noi.

- Note all'articolo
  1. sono le case con architettura diversa dal resto del quartiere situate tra Via Stoppa, Via di Malafede e Via Matroianni []
  2. sembra perchè i due decreti fossero stati redatti in maniera non idonea dall’avvocato che ne curò la stesura []
  3. associazione cui aderisce l’amministratore in questione []