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2017

Messico

Nikon D5300, Nikkor 18-200 e Sigma 50mm f/1.4

Messico, o meglio penisola dello Yucatàn. La culla della civiltà Maya unita a qualche giorno nel Mar dei Caraibi. Un giusto connubio per dodici giorni di ferie. Temperature elevate, ma senza l’afa micidiale tipica di queste zone nel mese di Agosto, ci hanno permesso di goderci le visite alle vestigia precolombiane senza sofferenze. Anche questa volta viaggio con Avventure nel Mondo (qui la scheda del viaggio)

L’itinerario del viaggio

27 Dicembre

Partenza da Roma all’alba. Viaggiamo con Iberia. Due ore per Madrid. Quasi dodici per Città del Messico. Atterriamo nella capitale messicana nel tardo pomeriggio ed alloggiamo all’Hotel Panorama, non distante dall’aeroporto. Siamo stanchi, l’indomani dobbiamo alzarci presto ed i propositi di una serata nei locali di Città del Messico svaniscono come neve al sole alla vista dei letti 😇

28 Dicembre

Campeche

Altro aereo. Tre ore per raggiungere Campeche, in Yucatàn. Non appena scendiamo dall’aereo troviamo ad accoglierci il caldo dei Caraibi e, con un sorriso da un orecchio all’altro, comprendiamo che la nostra avventura ha avuto inizio!

Campeche è una splendida cittadina turistica. Ha un centro con belle case coloniali dalle facciate colorate e solidi bastioni che dovevano difenderla, ai tempi d’oro dell’Impero Spagnolo, dai ripetuti attacchi dei pirati. Pirati che che più volte l’avevano saccheggiata. Prendiamo le nostre stanza all’Hotel Baluartes ed andiamo subito in giro.

La vocazione turistica di Campeche traspare da tanti particolari. L’albero di Natale appena fuori le mura. Le tante statue bronzee che rievocano arti e mestieri dell’antica cittadina. La piazza principale sempre viva. Il malecòn, il lungomare, attrezzato e curato. Girare per le chiese e le stradine di Campeche è una gioia. Entrariamo nei piccoli musei ospitati nei bastioni e nei negozietti di artigianato con crescente entusiasmo. Di tutte le cittadine che visiterò nello Yucatàn, sarà Campeche l’unica in cui vorrei tornare per poterla girare ancora un po’.

29 Dicembre

Calakmul

La giornata è interamente dedicata alla visita al remoto sito di Calakmul. Calakmul è una meta poco gettonata dai turisti. Il perché è semplice – anche se immagino che l’aggettivo “remoto” abbia già fatto intuire il perchè… È molto fuori mano rispetto al resto dei siti classici, immersa nella foresta tropicale, a non meno di cinque ore da Campeche. Per visitarla occorre riservarle una intera giornata, trascorsa per lo più nel viaggio di andata e ritorno. D’estate il tasso di umidità a Calakmul è del 100% e la temperatura si aggira sui quarantacinque gradi. Proibitivo. A Dicembre, invece, le ore trascorse nel sito sono piacevoli.

Il fascino di Calakmul è sicuramente legato al suo l’essere letteralmente immersa nella foresta pluviale. Immaginate di camminare per un sentiero tra alti alberi e d’improvviso di ritrovarvi alla base di una piramide. In più è uno dei pochi siti dove è concessa la possibilità di salire sulla cima delle piramidi. Sono tre e sono alte quanto un normale palazzo di cinque piani. Le loro cime svettano sulla volta degli alberi. Scalare i loro ripidi gradini e trovarsi a rimirare l’immenso oceano verde che abbraccia l’orizzonte è stata un’emozione enorme per me. Mi sono immediatamente ritrovato il cuore in gola, come una anno fa nella foresta amazzonica in Ecuador. Un’oceano verde infinito che mi ha subito dato la misura di quanto piccolo ed insignificante potessi essere di fronte la maestosità della natura.

30 Dicembre

da Campeche a Mèrida

Giornata piena questa. Lasciamo Campeche e raggiungiamo il sito archeologico di Edznà. Edznà è un sito piccolo ma veramente affascinante, grazie al magnifico Edificio de los Cinco Pisos, il Palazzo dai Cinque Piani, che svetta sui templi della spianata principale. Abbiamo la fortuna di arrivare di buon’ora nel sito, quando è ancora quasi vuoto, e di godercelo quasi tutto per noi.

Seconda tappa del giorno è il sito di Uxmal. Strepitosi la Piramide del Adivino ed il Cuadràngulo de las Monjas. Così belli da non volercene distaccare nonostante la nostra guida avesse premura di terminare il suo giro di spiegazioni.

La sera arriviamo a Mèrida. È una città vera Mèrida, non un posto piccolo come Campeche. E’ la capitale dello Stato dello Yucatàn ed è caotica e trafficata. prendiamo le nostre stanza al Doralba Inn ed approfittiamo della serata per visitarla.

31 Dicembre

da Mèrida a Rio Lagartos

La mattina facciamo tappa a quello che forse è il sito più famoso: Chichen Itzà. La sua piramide che si staglia maestosa e ben distante dagli altri edifici ha un fascino magnetico. L’enorme campo del gioco della palla ci stupisce per le dimensioni. Le regole di questo gioco non sono ancora chiare. Quello che sappiamo è che durante le celebrazioni per il Dio della Pioggia la sfida tra due squadre aveva un valore rituale molto importante. Quello che ci lascia veramente basiti è scoprire, dalle parole della guida e dalle incisioni sulle pareti del campo, che il capitano della squadra vincitrice veniva decapitato come sommo onore per auspicare la rinascita della vita dopo la siccità. Ma come? dico io! non il capitano della squadra perdente?!? Ebbene no… 😬

Lasciata Chichen Itzà raggiungiamo il cenote di Yokdzonotot. Lo Yucatàn è crivellato di questi crateri al cui fondo si trovano vaste pozze d’acqua dolce. Fonte di sopravvivenza primaria all’epoca Maya, ora sono attrazioni turistiche. Luoghi rilassanti dove fare un bagno ed una siesta.

Yokdzonot cenote

Dopo un bel bagno ed un pranzo nel ristorante annesso, ci spostiamo presso un secondo cenote: XCajum. Altro relax sulle amache, per poi avviarci verso la nostra meta serale, Rio Lagartos. Alloggiamo all’Hotel Mercy’s Inn.

A Rio Lagartos passeremo l’ultima serata dell’anno. E’ un villaggio di pescatori e mentre lo giriamo a piedi ho la forte sensazione di essere in un posto fermo nel tempo. I ristoranti sono tutti chiusi perché così i camerieri potranno passare il capodanno in famiglia. La piazza principale è stata munita di un palco ed è circondata di tavoli e sedie riservati (con tanto di cartelli) alle varie famiglie di Rio Lagartos. L’unico posto aperto per mangiare è la pizzeria vicino la chiesa. Uniamo due tavoli di plastica ed ordiniamo qualche pizza. Nel frattempo la chiesa si gremisce sempre più. Le pale sul soffitto sono accese, gli enormi ventilatori tra i banchi vorticano. Eppure c’è così tanta gente che dentro non si respira per il caldo. Le donne hanno messo l’abito buono per l’occasione e camminano su tacchi che palesemente non sono abituate a portare. Quando il prete inizia ad officiare ormai anche il sagrato è pieno e di fatto l’intero villaggio partecipa alla celebrazione. Nel frattempo la band che dovrà suonare durante la serata monta i propri strumenti sul palco. Finita la messa tutti rincasano per cenare. Restiamo soli per Rio Lagartos fino alle 23,30, quando man mano le famiglie arrivano in piazza a prendere posto ai tavoli loro riservati. Qualche rustico, poco alcool, molte coca cola. A mezzanotte parte la festa con i fuochi d’artificio sparati direttamente sulla piazza, la band che suona e tutti noi a ballare. Dal palco ringraziano gli italiani che sono venuti a festeggiare a Rio Lagartos l’arrivo del 2017 e noi ringraziamo loro per una festa vera e sincera, semplice e piena di gioia.

1 Gennaio

da Rio Lagartos a Tulùm

Come celebrare al meglio il primo giorno del nuovo anno se non con un’escursione in barca nella laguna prospiciente il villaggio? Uccelli, alligatori, fenicotteri. Facciamo anche i fanghi, che tanto bene fanno alla pelle.

Nel primo pomeriggio raggiungiamo la costa ad Akumàl, una spiaggia nel cui mare si possono ammirare una moltitudine di tartarughe marine. E la sera siamo a Tulum, dove alloggiamo in delle capanne sulla spiaggia nel resort Zazil Kin, a quattrocento metri dal sito archeologico.

2 Gennaio

da Tulùm ad Isla Mujeres

La mattina visitiamo il sito di Tulum. Tulum era una fortezza e la sua natura è resa subito evidente dagli spazi più ristretti tra gli edifici rispetto a quanto visto nei siti visitati in precedenza. Tulum affaccia direttamente sul mare e lo spettacolo è a dir poco mozzafiato.

E con la visita al sito di Tulum finisce la parte culturale del nostro viaggio e può avere inizio la parte propriamente dedicata al relax ed al mare. E così per pranzo siamo già in spiaggia ad arrostire al caldo sole invernale dei caraibi.

Poi a metà pomeriggio raggiungiamo Cancun e con un traghetto Isla Mujeres.

3 Gennaio

Ad Isla Mujeres alloggiamo sulla Playa Norte, indubbiamente la più bella spiaggia dell’isola. E quando dico “sulla” spiaggia, intendo proprio che apriamo la porta della camera e siamo in spiaggia!!! Il posto si chiama Chichis and Charlies e fanno il miglio Margarita al mango di tutto il viaggio 😉

Affittiamo dei golfcart e facciamo un giro dell’isola e di qualche sua spiaggia. Ma è il tramonto a Playa Norte a toglierci il fiato.

4 Gennaio

da Isla Mujeres ad Isla Contoy

Gita ad Isla Contoy, un paradiso naturalistico dove la presenza umana è limitata ad un massimo di duecento persone al giorno.

Siamo i primi a sbarcare e possiamo goderci per una mezz’oretta la magia delle sue acque turchesi e del silenzio rotto solo dai richiami dei pellicani e delle fregate. Il posto è veramente fantastico e passiamo in assoluto la giornata più magica di tutto il viaggio.

5 Gennaio

da Isla Mujeres a Cancùn

Giornata spiaggiati a Playa Norte. Bagni e sole, passeggiate e relax. Margarita al mango a cadenzare le ore della giornata.

6 Gennaio

Pacchia finita. Ci si alza prima dell’alba per tornare a Città del Messico e di lì: Madrid e per il 7 Gennaio in tarda mattinata siamo di nuovo a casa