Skip to content

Le autostrade digitali

Come accennavo nella recensione del libro, l’idea alla base della trama di House of Cards tanto mi è piaciuta che sono passato dalla lettura alla visione della serie televisiva. Con qualche difficoltà… Non ho un abbonamento a Sky!

house-of-cards-cast2
È da quando per caso su Rai 4 vidi per puro caso la prima puntata della nuova serie di Battlestar Galactica che non vengo preso così da una serie televisiva.
Il Castello di Carte è una brillante produzione di Netflix. E come biglietto da visita di una startup che vuole – e sta – rivoluzionando il mondo della tv on-demand non c’è male.
Ma cosa rende Netflix così attraente? E perché da noi non è disponibile?


Netflix ha dato la possibilità di vedere ciò che vuoi su qualunque dispositivo – dalla tv al tablet e allo smartphone – pagando un piccolo abbonamento. Semplice, economico ed immediato.
E da noi? Noi italiani scegliamo di pagare costosi abbonamenti a Sky o Mediaset. O di non dare il giusto compenso ai lavoratori dietro le produzioni televisive scaricandole illegalmente grazie all’efficienza del protocollo torrent.
Ma è una scelta cosciente la nostra. Da tempo è ben noto che quando un qualunque contenuto – musicale, video, ecc – è facilmente acquistabile on line ad un prezzo ragionevole la pirateria dello stesso si riduce ad un livello trascurabile.
Più per anticipare Netflix che per smettere di contemplare questa emorragia di possibili guadagni, a breve (forse) Sky, Mediaset e Telecom presenteranno le loro offerte on line tramite le quali sarà possibile acquistare anche un sigolo evento.
Avranno successo?!? E qui dobbiamo fare un passo indietro e chiederci perché mai Netflix ancora non sia sbarcata in Italia. Ogni anno i rumor cela danno lì lì per arrivare… eppure non arriva mai. La risposta è sempre la stessa: l’Italia anche nel digitale presenta infrastrutture da terzo mondo.
La banda larga in Italia è poco diffusa. E quella che definiamo tale non è all’altezza degli standard minimi europei e statunitensi. Il grosso delle connessioni adsl è troppo lenta per un efficiente streaming di massa. La fibra ottica in casa è una rarità. Servizi del genere consumano una quantità enorme di banda e Netflix non reputa esistano sufficienti clienti potenziali perché il mercato italiano possa essere per lei remunerativo.

Il nostro è un problema grave. Abbiamo un profondo deficit di visione a lungo termine sia a livello pubblico sia a livello privato.

Ma il privato va compreso. Di fatto pochi operatori si muovono in un regime di monopolio. A che pro investire sulla infrastruttura? Alla peggio si implementano le reti 4G per vedere meglio sugli smartphone i video di Facebook.

E lo Stato? Quando in Italia furono costruite le autostrade queste non servivano di fatto a nessuno. Ma una volta avuta l’infrastruttura non solo la si è scoperta utile, ma è diventata velocemente insufficiente portando nel tempo alla costruzione delle terze corsie.
In Italia avremmo bisogno di una società pubblica che costruisse delle “autostrade” digitali, delle reti in fibra che arrivino a casa di tutti, reti da affittare ai diversi player dei contenuti in streaming.
I costi verrebbero ripagati velocemente, i cittadini risparmierebbero soldi pagando la tv on-demand meno di adesso e le società di distribuzione potrebbero allargare il loro giro d’affari (di fatto risparmierebbero sui costi di gestione e supporto dei decoder, guadagnerebbero forse meno da ogni singolo utente ma ne raggiungerebbero molti di più).
E’ quello che è avvenuto negli Stati Uniti, dove Netflix ha costretto tutti i vecchi protagonisti della televisione on-demand ad adeguarsi al nuovo modello di business.

Ma a tutt’oggi il Parlamento si perde da anni appresso a fantomatiche agende digitali, improponibili ammassi di pratiche burocratiche che o non vedono la luce o, quando la vedono come nel caso della normativa sulle startup, sono evidentemente inutili ed inefficaci.