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The Hateful Eight

Sono andato al cinema a vedere l’ottavo film di Quentin Tarantino, The Heteful Eight appunto. E mi è piaciuto. Mi sono piaciuti vari aspetti del film ma la cosa che ho apprezzato di più è stata la scelta di Tarantino di girarlo in 70mm.

La sfida stava nel trasformare l’emporio nel palco più bello possibile e nel dare a ogni angolo il suo significato, e così è stato. Il modo in cui più della metà delle inquadrature è costruita gli permette di avere quasi sempre uno o due personaggi sullo sfondo o ai lati, fermi, a non fare praticamente niente se non stare seduti, bere del caffè, lasciare che la neve cada lenta dal soffitto sui loro cappelli. Come a teatro, il palco è sempre condiviso, gli attori in scena esistono anche quando non sono al centro dell’attenzione, e sta a noi decidere dove guardare e su chi concentrarci.

La citazione che ho riportata l’ho tratta da questa recensione che ho trovato qui, sul sito de i 400 Calci. E’ una sintesi perfetta delle considerazioni che facevo ieri sera mentre vedevo il film. E allora mi son detto: perché non riportarla così com’è? 😄

Stamane poi stavo pensando di potrebbe essere carino andare a rivederlo in qualche sala dove venga proiettato nel formato originale – Tarantino ha ottenuto dalla distribuzione che in queste sale si tenga anche una ouverture delle musiche di Sergio Morricone ed uno intervallo tra il primo ed il secondo tempo del film. Roba da amanti del genere 😉

Per chi ama i podcast consiglio l’ascolto della puntata 140 di Ricciotto, che trova qui oppure su iTunes.

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