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10 anni

Oggi festeggio dieci anni di lavoro. Un obiettivo minimo se uno pensa alla pensione – ma tanto non ci penso! ahahaahahahahaha

Un buon segno vista le incertezze e le difficoltà di questi ultimi tempi.

Diec’anni a fare l’informatore. Bella resistenza. Tra i chilometri macinati dalla macchina ogni giorno, i pazienti che borbottano ogni volta che ti vedono, i medici che si lamentano con te dei loro crucci, l’azienda che ci mette pure del suo perché un dipendente stressato a dir loro dovrebbe rendere di più. Ma è il mio lavoro e i lati negativi ormai ho imparato a gestirli. Preferisco di gran lunga quelli positivi. Non avere un cartellino da timbrare. Non avere intorno a me in un ufficio sempre le stesse persone.

Quando iniziai a lavorare il mondo del lavoro era diverso. Ma a tratti anche simile. I contratti nel mio settore prevedevano o due anni di formazione lavoro e poi il tempo indeterminato – il mio caso. Oppure direttamente l’indeterminato. Il farmaceutico era in espansione ed assumeva a rotta di collo. Ma anche allora incontravi i colleghi prossimi alla pensione che dicevano che era tutto peggiorato, che il nostro lavoro era finito, che non saremmo arrivati alla pensione, ecc.

Difficoltà in effetti ne sono venute a bizzeffe. Con la scadenza dei grandi brevetti i trentamila informatori in giro in Italia sono diventati troppo. Così abbiamo scoperto pratiche come la cessione di ramo d’azienda, la cassa integrazione, la mobilità, la chiusura della linea aziendale. Da trentamila a diciottomila e ancora si continua verso i tredicimila. Il tutto nel silenzio dei mezzi d’informazione e dei sindacati. E ti fa rabbia. Ti fa rabbia vedere il Capo dello Stato, tv e sindacati strapparsi le vesti per far riassumere  in una fabbrica della FIAT tre loschi individui che avevano sabotato una linea di produzione solo perché le loro tesi sindacali erano ignorate dai loro colleghi. E poi vedere tanti tuoi onesti colleghi finire a casa nell’indifferenza generale. Ma in fondo l’Italia stà andando a rotoli anche per questo, no?

Basta così. Oggi non è un giorno per recriminare. Oggi è una piccola festa. I miei primi dieci anni di lavoro, in un mondo difficile 🙂

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