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Affluenza alle riunioni

<p>CdQ</p>Ultimamente forse mi stò togliendo qualche sassolino dalle scarpe e forse sono un po’ polemico. Ma alla fin fine penso sia giusto così.

Sabato scorso sì è tenuta un’assemblea pubblica del nostro Comitato di Quartiere. Tra l’altro ho pubblicato un mio verbale quì. Purtroppo non eravamo tanti. Nel quartiere dovrebbero vivere non meno di 8000 persone. C’è chi dice anche 10.000. E noi eravamo solo una quarantina.

Era sabato mattina, una bella giornata di sole estivo. Le 10 del mattino. Ostia è vicina. La tintarella in quest’epoca di vuoto morale ed intellettivo è un obbligo. L’assemblea inoltre era all’aperto (la scuola stavolta non c’ha concesso la palestra). E’ scomodo stare in piedi, sotto il sole. [per la cronaca, il pomeriggio ad ostia era pieno di gente stesa sotto il sole]

Leggo su internet da più parti che per attirare più persone ci si dovrebbe riunire di sera, magari durante la settimana.

Parliamoci chiaro. Le classiche riunioni che si fanno di sera durante la settimana sono quelle condominiali. E visto che lì si parla direttamente di soldi da sborsare dovrebbero essere piene. Lamentela comune di tutto il quartiere invece è che queste riunioni vadano deserte. Si riesce a malapena a raggiungere il quorum per renderle valide grazie alle deleghe.

Anzi, alzo il tiro. In molti regolamenti di condominio i proprietari sono costretti a pagare le quote condominiali e consortili anche per i locali invenduti dal costruttore. Una clausola vessatoria. L’amministratore Bompadre, che gestisce il mio palazzo, c’ha riferito che esiste una sentenza di un tribunale di Genova che stabilisce che tale servitù non possa durare oltre due anni. Allora nel mio condominio abbiamo deciso di sfruttare questo precedente per richiedere al costruttore le quote da noi anticipate dopo i due anni iniziali. Per iniziare questo iter si doveva approvare l’azione in un’assemblea di condominio. Capiamoci bene. Si tratta di riavere indietro molti soldi e di vedere scendere le spese condominiali per tutti quanti. Quando abbiamo tenuto la riunione condominiale e abbiamo contato i millesimi presenti eravamo ben al di sotto del minimo per rendere valida la riunione. Alcuni di noi si sono fatti un giro per il palazzo onde ottenere qualche delega in più o per chiedere ai condomini di venire all’assemblea. C’era chi non poteva assolutamente venire: stava lavando la verdura! C’era chi non poteva venire e non dava certo la delega al primo che bussa alla porta. Fatto stà che abbiamo dovuto organizzarci tra noi soliti noti per raccogliere sufficienti deleghe nella successiva riunione straordinaria. Ce l’abbiamo fatta a raggiungere il minimo millesimale. Abbiamo però buttato una serata in più e pagato una riunione in più all’amministratore.

Racconto questo per dare un’idea dell’inettitudine dei miei concittadini che abitano in questo quartiere. Non sono certo tutti così. Ma la maggioranza appare essere così.

Allarghiamo il discorso e torniamo alle Assemblee Pubbliche. Noi del CdQ per lo più lavoriamo. Spendiamo già buona parte del nostro tempo libero in quest’impegno civile. Per cui ci viene naturale avere tempo da dedicare ad un’Assemblea solo il sabato mattina. Un’assemblea infatti può durare un’ora come può protrarsi molto più a lungo. Sabato eravamo pochi, abbiamo iniziato alle 10 e finito alle 12. La volta scorsa eravamo molti di più e dalle 10 abbiamo terminato dopo l’una.

Dicevo all’inizio comunque che alcune persone suggerivano come in questo periodo fosse più proficuo un orario serale e un giorno che non fosse il sabato. Non pago dell’esempio della riunione condominiale voglio riportare anche l’esempio di vecchie riunioni del CdQ tra Maggio e Giugno del 2007. Al tempo non ero ancora entrato nel CdQ. Questo era nato da poco e subito s’era trovato coinvolto con la questione dell’antenna Vodafone. Al contrario di quest’anno aveva iniziato a far caldo già ad inizio Giugno, per cui venne spontaneo a tutti indire le riunioni per ora di cena. E visto che le persone il weekend spesso vanno fuori si tenevano durante la settimana. Beh, non ci crederete ma eravamo sempre gli stessi quattro gatti. Una cinquantina, a volte un’ottantina. Alla fine pure meno. La cosa divertente allora era che si presentavano persone che abitavano all’altro capo del quartiere, mentre il grosso degli abitanti che abita di fronte l’antenna era assente. E pensare che visto che abitano tra l’elettrodotto (vera fonte di inquinamento elettromagnetico) e l’antenna avrebbero dovuto partecipare in massa!

Eppure sia sulla mailing list di Google che su giardinodiroma.net le mail ed i post di protesta, di contestazione, di indignazione per i vari problemi che affliggono il nostro quartiere non mancano. Purtroppo mi tocca constatare che per molti è facile sbraitare, simulare indignazione e sdegno. Quando poi gli si chiede semplicemente di fare un atto di presenza, badate bene: non gli si chiede di apporre firme, donare denaro, tenere discorsi – bensì semplicemente di presentarsi, recepire un breve discorso e, senza costrizioni, contribuire fornendo idee ed opinioni – ebbene ciò diviene impossibile! Le scuse sono di una banalità disarmante: il sabato uno è stanco dal lavoro (come se il sottoscritto pettinasse le bambole durante la settimana), debbo fare la spesa (l’ho fatta sabato mattina alle 9), debbo cucinare (ho cucinato a mezzogiorno e mezzo), ho un impegno irrinunciabile ( e vabbè, quì non ci posso fare nulla: è irrinunciabile!). Chiariamoci: dette da un singolo queste parole hanno un senso e sono sempre rispettabili. Ma se su almeno 8000 persone solo una cinquantina non le pronuncia e fa quest’atto di presenza, ecco che allora a me vien da pensare che alla fine gli altri sono persone della serie “armiamoci e partite”. Nessun problema. Però almeno ci risparmiassero le loro proteste, indignazioni, sbraiti e sdegni sul web!

Grazie di cuore 🙂