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Altai

È stato complicato buttar giù un commento su Altai. È il seguito di Q e non poteva essere allo stesso livello. Alcune opere letterarie sono uniche e lo rivendicano esplicitamente. Però… Anche Altai ha i suoi pregi. La scrittura collettiva anche quì riesce a stupire, maneggiando superbamente la lingua, anzi le lingue: il veneziano, il “giudasmo” e quant’altro. Termini arcaici che ci immergono nel tempo che fu. Idee potenti, sogni, invidie, giochi di potere. Vita e morte.
Se una critica debbo farla, e sento di dovere, è al personaggio che fu tanti e nessuno in Q, il Ludovico del periodo vissuto a Venezia. Il Tedesco è troppo mitizzato, troppo mi sembra un deus ex machina, troppo alieno. Eccezionale infine lo spaccato della società turca, con i suoi limiti, con le sue ingiustizie. E con la sua eccezionale tolleranza, paragonata all’odio feroce dei cattolici verso protestanti, ebrei, musulmani.