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Antichi Sapori

Scrivo questo articolo per due motivi:

  • Sicuramente per fare i migliori auguri ad Antichi Sapori, che ha ampliato i propri locali, ristrutturando e presentando un negozio nuovo e bello.
  • Poi per dire la mia sulla salute commerciale del quartiere…

Spesso e volentieri leggo sfoghi e polemiche su giardinodiroma.net. E a volte anche chiacchierando con le persone sento sempre gli stessi discorsi: il quartiere non decolla, il commercio è asfittico, gli affitti dei locali sono alti, le nuove attività commerciali come aprono così chiudono.

Vado controcorrente e porto una visione diversa delle cose. O quantomeno riporto quello che vedo, senza ammantarlo di facile pessimismo.

Intanto ritengo che i locali commerciali siano sovradimensionati alle possibilità di un quartiere nuovo. E questo a dire il vero l’ho sempre pensato. Perchè???

L’apertura di un’attività commerciale richiede un certo grado di rischio, un investimento iniziale e soprattutto un mercato.  Negli anni ’70 tutto il commercio era fondato sui negozi sotto casa, cosicchè nei quartieri storici di Roma questi hanno preso piede e si sono create attività durature. Nel nuovo secolo il cuore pulsante del commercio si è spostato negli agglomerati detti centri commerciali. Ci circondano Parco Leonardo ed il Da Vinci sulla Portuense, Euroma 2 ed I Granai all’EUR, nonchè Le Terrazze all’AXA e l’Outlet di Castel Romano.

Insomma vista la concorrenza forse dovremmo considerare diversamente i nostri negozi. Forse non dovremmo considerarli “pochi”, ma adeguati. Senza dover prendere la macchina possiamo comprare da mangiare, da bere, prodotti per la casa, affittare film, lavare i capi d’abbigliamento, comprare farmaci e anche qualche capo d’abbigliamento.

Ovviamente c’è un certo ricambio nelle attività. Qualcuna chiude e qualcuna apre. C’è anche una questione di prezzi a pesare. Sembra che far la spesa in un centro commerciale faccia risparmiare denaro. Benzina e tempo, no di certo.

A parte queste considerazioni comunque a ben vedere il grosso della sofferenza è nel settore dell’abbigliamento. Settore però che ovunque vede un turnover superiore alla media. Quasi tutti i negozi che hanno aperto da noi lavorano tutt’ora. Magari non sempre con il successo che ci si aspettava. Ma quì stà a noi prediligere i nostri negozi agli altri.

Una postilla poi a triste commento sulla ridda di voci infondate che ogni tanto si rincorrono sulla chiusura di questo o quel negozio. Sembra che ci siano persone annoiate che si divertono ad improvvisarsi annunciatori di sventura! Emblematico fu l’estate scorsa il giorno di ritardo nella riapertura post ferie del Centro Bravo. Il titolare s’era preso un giorno di ferie in più e sul web l’avevano dato già per chiuso! Isteria collettiva? Sulla stessa scia a sentire altri corvacci avrebbero già chiuso il negozio di intimo e l’ottica. Per fortuna sono ancora tutti là a lavorare, e gli auguro di restarci 🙂