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Avventura. Se non la cerchiamo, ci trova lei

di Giuseppe Bottazzi

Nell’estate del 2018 sono stato in Zambia. Viaggio fantastico. Un gruppo di dieci persone su due 4×4, tende e cucina da campo – anzi se siete curiosi qui trovate il diario di quel viaggio. Polvere, fatica, animali fantastici ed una natura splendida. La sera poi, dopo cena, tutti intorno al fuoco, sotto un tetto di stelle, a raccontarsi di precedenti avventure e a bere Amarula – una crema di liquore estratta da una pianta locale, la marula. Tanti di noi avevano storie avvincenti da narrare. Ma nessuno poteva competere con le avventure – e, a volte, con le disavventure – del più anziano del gruppo: Giuseppe Bottazzi, Beppe. Classe 1942, Beppe aveva viaggiato dagli anni ’70 in poi in un mondo che ormai non esiste più. Con la sua telecamera si era trovato a filmare tribù che erano ancora state sfiorate dall’uomo bianco e dal suo turismo di massa. Le sue erano storie affascianti, storie terrificanti, storie galanti. Dal leone che aveva sbranato l’avventata turista che, dopo un litigio col marito, era andata a dormire al limitare del campo – nemmeno ve le descrivo le facce che abbiamo fatto quando abbiamo capito che non era uno scherzo – alla avventura serale con una giovane ragazza in Tanzania, militare e capo carro dell’esercito. Beppe ha trasposto alcune delle sue vicissitudini in questo libro con la licenza artistica di farle vivere a diverse persone che se le raccontano attorno ad un fuoco, appunto in Africa.