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Caro Alemanno

Come sfogo per la situazione a dir poco kafkiana1 dell’illuminazione intermittente del nostro quartiere ho tirato giù due righe, una ideale lettera al Sindaco Alemanno per chiedere un atto civico e di coscienza: ridare alla politica il suo valore e spingerla a fare ciò per cui è nata, essere al servizio del cittadino.
Vivo di illusioni…

Caro Sindaco Alemanno,
è nostra intenzione capovolgere la normale struttura di una lettera ed iniziarla con dei ringraziamenti. La cosa potrebbe sembrare inusuale, ma chi Le scrive rappresenta dei cittadini di serie B, persone che nominalmente sono cittadini del Comune di Roma, ma che hanno scoperto solo dopo aver comprato casa di essere de facto sotto l’amministrazione di un signore che quasi nessuno di loro ha mai conosciuto, né tantomeno liberamente eletto. Abbiamo deciso quindi di iniziare la lettera per ringraziarla nel caso volesse continuarne la lettura, dato che legalmente anche Lei, come i suoi predecessori sulla poltrona di Sindaco, potrebbe benissimo disinteressarsi di noi.

Confidiamo invece che la sensibilità esposta dalla Sua persona verso i tremendi fatti accaduti a Roma ultimamente, aggressioni e stupri in aree di periferia male o per niente illuminate, possa spingerla ad una moral suasion verso chi presiede il Consorzio Giardino di Roma, affinchè questa persona ottemperi ai suoi obblighi.

Ci rendiamo conto che ciò che per noi è lampante ed esasperante a Lei rimarrà del tutto ignoto, per cui le descriviamo brevemente la nostra situazione ed il motivo che c’ha spinto a richiedere il suo appoggio. Le chiediamo quindi un minimo di pazienza per continuare la lettura della nostra lettera.

Il quartiere Giardino di Roma sorge tra la Colombo e l’Ostiense, tra Vitinia ed Acilia, nel territorio del XIII Municipio, amministrato dal Presidente Vizzani. In virtù di una convenzione di costruzione sottoscritta dal Comune di Roma e dalle società di Francesco Gaetano Caltagirone, l’area è gestita da un Consorzio di Gestione, denominato anch’esso Giardino di Roma. Gli acquirenti degli immobili diventano automaticamente soci dello stesso, sebbene per uno Statuto assai singolare il diritto di voto nell’assemblea del Consorzio è demandato agli amministratori degli stabili. I cittadini quindi si trovano a pagare due volte i servizi, al Comune e al Consorzio, non riuscendo poi ad influenzare il Consorzio stesso nelle sue scelte a causa della difficoltà a gestire una linea di comando così inefficiente. Gli amministratori di tale consorzio erano persone di fiducia o imprenditori vicini al costruttore, il Caltagirone. Questo Comitato di Quartiere, nato neanche due anni fa, è da pochi mesi riuscito, in occasione del rinnovo del Consiglio di Amministrazione del Consorzio, e con la collaborazione di alcuni amministratori di buona volontà, a rinnovare parzialmente le cariche in scadenza. Su sette membri componenti tale CdA ora quattro sono espressione del quartiere. Sono state confermate ai loro posti tre persone vicine al Caltagirone, tra cui il Presidente del Consorzio, il dott. Orlandi.
Si dice che in democrazia chi ha la maggioranza decide. Il dott. Orlandi, abile faccendiere, al contrario dimostra come eventuali interessi personali – quantunque a noi oscuri – o una semplice negligenza fine a se stessa, possano essere preminenti sul benessere e sulla sicurezza di quasi diecimila persone.
Dopo essere riusciti con fatica a migliorare la gestione del verde consortile (sotto la gestione finale del vecchio CdA – sempre presieduto da Orlandi – avevamo i prati con l’erba alta circa 1 metro!!!), abbiamo tentato di risolvere i malfunzionamenti del nostro impianto di illuminazione pubblica. Funzionava abbastanza bene in passato (a volte le luci restavano accese di giorno, ma la sera il quartiere era illuminato), ma nonostante l’ACEA si prenda 50.000 euro per la manutenzione, ormai uscire di casa dopo l’imbrunire diventa quanto meno inquietante. Le vie sono illuminate o meno a secondo dell’oroscopo quotidiano di ognuno di noi!
Vista l’inerzia del Presidente, noi semplici cittadini, appoggiati dai nostri quattro rappresentanti nel CdA, ci siamo fatti carico di redigere per il Consorzio una lettera di diffida all’ACEA affinchè ripristini l’efficienza dell’impianto che, sotto la sua supervisione, non è più in grado di garantirci l’illuminazione. A Dicembre il CdA ha votato per spedire la missiva.

E da qui è ricominciato il muro di gomma del Presidente. Prima ha ritardato la spedizione con scuse irricevibili – si trova spesso in Spagna per amministrare una società del solito Caltagirone, e si rifiuta di delegare alcuno a supplire alle sue funzioni durante le sue frequenti assenze – poi, come ulteriore dilazione ha preteso una nuova riunione del CdA per far aggiungere alla missiva le firme di tutti i membri del consiglio. Riunione sempre di difficile convocazione visti gli impegni del Presidente e dei suoi due sodali facenti riferimento al già, fin troppo, nominato Caltagirone.

Dopo questa lunga premessa, e scusandoci per averLa costretto a leggerla per intero, Le scriviamo perchè molti nostri concittadini, e noi per primi vorremmo evitare di diventare vittime di reati direttamente legati alla negligenza del dott. Orlandi. Il caso della signora Reggiani, gli stupri avvenuti negli ultimi tempi a Roma hanno creato un clima di inquietudine in chi deve attraversare a piedi un quartiere male o per niente illuminato.

Vista la sensibilità istituzionale ed umana da Lei espressa in tali situazioni, abbiamo deciso di scriverLe. La nostra richiesta è semplice e si basa sull’evidenza che nel nostro paese, purtroppo, contano più le ragioni dei forti che quelle dei deboli. Lei, come Sindaco di Roma, rappresenta sempre per noi il riferimento ultimo della amministrazione della nostra città e pertanto Le chiediamo di voler gentilmente prendere contatto con i due attori del nostro dramma, con il dott. Orlandi e con l’unica persona a cui questo dà ascolto, Francesco Gaetano Caltagirone, per indurli ad assumersi le proprie responsabilità. Come il Presidente della Repubblica non ha spesso poteri reali, ma il suo alto consiglio può spingere i politici a trovare soluzioni che sembravano irraggiungibili, è nostra concreta speranza che il Suo intervento sia sufficiente a modificare l’atteggiamento del dott. Orlandi, redimendolo dalla categoria dei faccendieri e ponendolo in quella degli amministratori coscienziosi.

Ringraziandola per l’attenzione, in attesa che il lungo iter dei collaudi e della presa in carico del nostro quartiere da parte dell’amministrazione capitolina ci permetta di diventare a tutti gli effetti cittadini di serie A, Le porgiamo i nostri

Distinti Saluti

- Note all'articolo
  1. come disse Aldo in Chiedimi se sono felice: Ma precisamente chi è questo Kafkian? 🙂 []