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Case, amori, universi

di Fosco Maraini

Case, Amori, Universi è il titolo della autobiografia di Fosco Maraini. Parliamo di un personaggio straordinario che ha vissuto una vita intensa: etnologo, alpinista, scrittore, fotografo, orientalista: uno dei pochi ad aver approfondito la cultura degli Ainu (una popolazione dalle origine misteriose che vive nell’Hokkaido, l’isola a nord dell’arcipelago giapponese). Il libro mi è stato regalato da amici per il compleanno e, nonostante le 700 pagine, non vedevo l’ora di leggerlo. Ed in effetti alcune parti del romanzo sono molto belle ed interessanti. Poi però ce ne sono altre che hanno reso la lettura meno semplice. Maraini parla di se in terza persona, inventando un personaggio di nome Clè (diminutivo di Anacleto) e ce lo fa sempre apparire perfetto, imbattibile o, qualora ci fosse qualcuno migliore di lui, lo pone sempre come secondo. Insomma… 🤷🏻‍♂️ quale personaggio vero o inventato non ha lati deboli?!? A capitoli belli e scorrevoli – soprattutto la parte dedicata al Tibet ed al Giappone – se ne contrappongono altri lentissimi e noiosissimi. Nella lunga dissertazione iniziale sulla sua infanzia e la sua adolescenza lo stavo odiando! Ma anche il ritorno in Italia è una parte che si trascina per pagine e pagine… Ma in definitiva quello che veramente rende debole questa autobiografia in guisa di romanzo sono i dialoghi dei personaggi: bambini, professori, popolani hanno tutti lo stesso registro alto borghese della cerchia fiorentina dell’autore. Insomma, se avesse avuto un editor tipo Gordon Lish ne sarebbe uscito un libro molto più asciutto ma nettamente più accattivante. Non fraintendetemi: il libro mi è piaciuto nel complesso. Ma che fatica 😂

In chiusura vorrei aggiungere una chiosa sui due viaggi in Tibet di Fosco Maraini come fotografo al seguito di Giuseppe Tucci. Un primo nel 1937 ed un secondo nel 1948. Tenete presente che al tempo il Tibet era una nazione indipendente (fu occupato manu militari dalla Cina nel 1950) e che le spedizioni non godevano né dei moderni equipaggiamenti tecnici (i sacchi a pelo per esempio erano stati inventati da poco) né esistevano mappe e strade ben tracciate come ora. Nel libro Maraini racconta della prima spedizione, quella del 1937 in cui conobbe e divenne amico di Tucci. Dei monasteri che visitarono loro due furono testimoni quasi unici in occidente, dato che molto fu distrutto per l’incuria o con i saccheggi legati all’invasione cinese. Mentre leggevo ho trovato su Tibet.it (link qui) alcune delle foto scattate da Maraini proprio ai luoghi che descrive nel romanzo!

Mi sono anche incuriosito su Giuseppe Tucci, esploratore ed accademico di fama, il cui rapporto con Maraini si ruppe in occasione della seconda spedizione. Al tempo infatti gli stranieri non potevano entrare a Lhasa, la città proibita (non che fosse facile entrare in Tibet comunque). Tucci fu uno dei pochi ad ottenere il permesso di entrarvi ed in più ad incontrare Tenzin Gyatso, l’attuale Dalai Lama, che al tempo aveva appena tredic’anni. Alcuni dicono che il permesso sarebbe stato concesso a tutto il gruppo e non solo a Tucci… altri parlano di una donna che i due si erano contesi… vai a sapere 🤷🏻‍♂️ Comunque, legato alla pubblicazione del libro L’Esploratore del Duce, ho trovato questo sito (link qui) dove trovate molto materiale sia sulle spedizioni con Maraini sia su tutte quelle intraprese da Tucci.