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Cassazione ridicola

Ci sono delle notizie che mi straniscono alquanto. Questa è una di quelle. La Cassazione decide di impedire di attribuire il nome che si vuole al proprio figlio (nel caso in questione il nome è: Venerdì) e conferma la possibilità di cambiarlo d’ufficio da parte degli organi competenti. Quì di seguito qualche considerazione banale… per me, non per i signori giudici evidentemente…

  1. Ma la Cassazione e, soprattutto, i nostri tribunali non hanno meglio da fare che occuparsi di cose così superficiali? Mi sembrava che avessimo questioni vagamente più importanti socialmente per impegnare il tempo dei nostri giudici… Quì si parla di argomenti da Novella 3000!!!
  2. Andiamo nel dettaglio. Il nome Venerdì per un bambino non è reputato adatto. Richiamerebbe, dicono, una figura umana caratterizzata da sudditanza e da inferiorità, che non raggiungerebbe mai la condizione di uomo civilizzato. A parte che su ogni nome si può trovare una giustificazione negativa: mi chiamo Paolo ed il santo in questione è stato decapitato: poco edificante per alcuni. Mi chiedo: se John Elkan ha chiamato il figlio Oceano e Totti ha ridicolizzato la sua bambina col nome di Chanel (numero 5, ovviamente…) perchè ‘sti due genitori non possono umiliare il loro bimbo col nome di Venerdì? Ma soprattutto mi chiedo: che colpe hanno gli altri due bimbi per non avere un nome normale? Cassazioneeeee, rispondi?
  3. Punto più importante. I nomi sono espressione dell’evoluzione delle culture umane. In passato si utilizzavano nomi diversi da quelli che attualmente riteniamo comuni. Giuseppe s’è diffuso duemila anni fà. Prima era rarissimo, se non in Palestina. Non si può certo decidere così superficialmente se un nome è adatto o no. Se i genitori lo ritengono rappresentativo dell’identità del loro figlio ed espressione della propria sensibilità di genitori, si può essere d’accordo o no, va’ accettato. Ho conosciuto gente che si chiamava Glenda, Letterina, Delta, Pompilio, Giada, Japhet e quant’altro. Dov’è la differenza profonda con Venerdì?

A mio parere i giudici dovrebbero pensare a svolgere il loro mestiere senza essere sconvolti da manie di protagonismo. L’errore fondamentale in cui, da tempo, è caduto l’establisment italiano è quello di pensare di imbrigliare ogni espressione socio-culturale in un reticolo di norme e leggi. Siamo diventati una nazione che legifera su tutto, non riuscendo a far rispettare nessuna di queste infinite leggi. Dovremmo iniziare a sfrondare, non continuare su questa strada…

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