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Chicago

Ho avuto difficoltà a scrivere cosa pensassi di questo libro. Il mio giudizio una volta terminatolo è stato: mi è piaciuto, ma…

Ma andiamo con ordine. Intanto chi è David Mamet? E’ un autore teatrale che ha vinto un Premio Pulitzer per la drammaturgia nel 1984 con Glengarry Glen Rose. E che ha lavorato molto come sceneggiatore cinematografico (Gli Intoccabili, Ronin, Hannibal). Questo è il suo primo romanzo ed è ambientato nella Chicago del proibizionismo, la Chicago de Gli Intoccabili quindi, quella Chicago controllata dalla malavita che se l’era divisa in due: il North Side in mano agli irlandesi ed il South Side in mano ad Al Capone. I protagonisti sono due giornalisti che debbono far luce sull’omicidio della fidanzata di uno dei due.

La peculiarità del romanzo è proprio lo stile di Mamet. E’ come se questo libro per metà lo dovesse scrivere il lettore, perché è il sottotesto che parla, che riempie di senso le pause o le divagazioni che Mamet mette nei suoi dialoghi. Mamet non è facilissimo da seguire nel suo racconto perchè in certi momenti si ha la sensazione di avere perso il filo, di non riuscire a recuperare più il bandolo della matassa. Bandolo che nel finale si ritrova sicuramente, questo va detto. Ma la sensazione di non aver afferrato del tutto la storia mi è rimasta.

Mi ha dato l’idea di essere uno di quei libri che leggi, metti da parte e prima o poi rileggi per capirlo pienamente.