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Colonization

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La settimana scorsa ho comprato Sid Meier’s Civilization IV: Colonization. Che titolone per un gioco. Da ora in poi solo Colonization, tanto è impossibile confondersi col titolo predecente del 1994. Ho avuto poco tempo per giocarci ma comunque un’idea me la sono fatta. Prima di parlare del gioco però una considerazione personale. Sono combattuto sul giudizio da dare alle ultime produzioni di Firaxis. Fondamentalmente Sid Meier stà riproponendo, aggiornandole alla moderna tecnologia, le sue creazioni storiche: Pirates!, Railroad’s Tycoon, Colonization appunto. Mentre per Civilization c’è stata un’evoluzione del gioco, con modifiche, a volte apprezzate, a volte no, per gli altri titoli si tratta quasi solo di restyling grafico e sonoro. Sono tutti videogames a cui ho giocato molto durante la mia adolescenza, li conosco bene e sicuramente sono felice di poterli rivivere “ammodernati”. Però dal genio di Sid mi aspetterei anche qualche idea nuova.

PS

E comunque se proprio deve continuare sulla strada intrapresa rivoglio Conflict in Vietnam 🙂

Ah, dimenticavo. Ho, come da mia tradizione, ricreato un spazio dedicato a Sid Meier (in alto, a destra del pulsante per la sezione Giardino di Roma).

Ed ora passiamo a parlare del redivivo Colonization:

Il gioco è un’interessante variante di Civilization IV. L’obiettivo è in un arco di tempo predeterminato sviluppare economicamente le colonie che fondiamo nel nuovo mondo, dichiarare l’indipendenza e sconfiggere il corpo di spedizione reale mandato a soffocare la rivolta nel sangue. Graficamente simile a Civ IV (ne sfrutta il motore grafico e le regole basilari) ci si deve concentrare molto di più sulla gestione delle città. Siamo bloccati all’era delle scoperte, non abbiamo quindi la possibilità di effettuare scoperte scientifiche e di progredire nella tecnica e nella conoscenza. Dobbiamo fondamentalmente fare soldi e far sì che più della metà della nostra popolazione abbia sentimenti indipendentisti. Dalla mia prima esperienza non conviene fondare troppe città. Oltre al rischio di entrare in guerra con i nativi, ci si troverebbe con poche grandi città indipendentiste e tante piccole lealiste, non riuscendo a liberarsi dal giogo della madrepatria in tempo e perdendo la partita. Nelle partite che ho intrapreso m’è apparso evidente che conviene fondare quante più missioni possibili, così da ottenere alcuni specialisti gratuitamente. Bilanciare bene le risorse delle città con gli specialisti necessari e disporre di una buona flotta, per annientare il prima possibile quella europea. Al contrario di Civ IV le città possono sfruttare solo lo spazio loro più prossimo, ma con le colonne di carovane possiamo spostare il surplus di beni da una all’altra. Importante è la produzione di attrezzi, senza i quali molte opere ed unità militari non possono essere completate.

Una volta entrati nella nuova ottica di gestione, il gioco acquista un grande interesse. Mi stà piacendo molto, anche se probabilmente ad un neofita degli strategici gestionali consiglierei comunque Civ IV. Forse Colonization sarebbe un po’ troppo macchinoso, senza contare che non potendo ricercare nuove tecnolgie ci perderemmo il grosso del divertimento.