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Dance Dance Dance

murakamiDance Dance Dance è un romanzo di un autore giapponese: Haruki Murakami. Se non aveste letto nulla di suo, ma aveste la forte sensazione di averne sentito il nome è solo perché quest’anno critici e giornalisti tifavano affinché il Nobel per la letteratura fosse assegnato a lui o a Philp Roth. Chi lo apprezza dice che questo è il più occidentale dei suoi romanzi. E quindi il meno bello. Ma per me, che di autori giapponesi non ho mai letto nulla, è stato un buon viatico. Come parlarne? Uhm… Allora… Facciamo un veloce preambolo. Rammento che nei film di guerra che guardavo in televisione da piccolo, quelli ambientati nel Pacifico, gli americani si dannavano perché i giapponesi pensavano al contrario di loro e questo rendeva complicato combatterli. Anche qui è più o meno lo stesso. Per commentare questo romanzo bisogna focalizzare l’attenzione non sul cosa, ma sul come. La trama è assai semplice. C’è un giornalista freelance in una fase cruciale della sua vita che vive avventure tese tra il reale ed il paranormale. Murakami ci racconta queste vicissitudini con una dovizia di particolari che dovrebbe appesantire la storia ma che, grazie all’abilità dell’autore nel padroneggiare le parole, ci accompagna senza intoppi fino alla fine del romanzo. Piaccia o non piaccia – perché io in realtà non l’ho ben capito se mi sia piaciuto o no – non posso negare che Murakami merita comunque di essere letto. Quindi leggetelo!