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Dei fallimenti di Veltroni… pagheremo noi!?!

Non sono di sinistra, ma sono sempre stato una persona dialogante. Ciò vuol dire in realtà che ho sempre tentato di giudicare i politici da ciò che fanno e non dagli schieramenti in cui si pongono. Il che in Italia spesso ti fà passare la voglia di eleggere qualcuno! 🙁

Comunque, uno che non ho mai apprezzato è sempre stato Veltroni. Perchè? Mah, sicuramente per il suo buonismo. Lo trovo così innaturale in questa nazione. Mi sembra che mi si voglia prendere in giro. Ma la mia dev’essere un’opinione isolata vista la carriera che procede nonostante reiterati insuccessi.

Comunque i miei dubbi su Veltroni iniziarono quando era direttore dell’Unità. Mai letto quel giornale in vita mia, ma ricordo che l’aveva trasformato in un mastodonte. Cronaca, politica, cultura a più non posso, gadget, regali et similia. Chi lo comprava doveva portarsi appresso la sporta della spesa per riportarlo a casa! Risultato: stessi lettori di prima, costi di produzione vagamente aumentati. Poi smise di fare il direttore per tornare alla politica. Quando l’Unità fallì non mi meravigliai minimamente. Mi chiesi solo come avesse potuto non fallire prima!

Una sola volta m’è piaciuto, come ministro dei Beni Culturali nel primo governo Prodi. Perchè glielo riconosco. Quando si tratta di spender soldi per ristrutturazioni o eventi nessuno come lui… Comunque il governo durò solo due anni e cadde per un voto su una richiesta di fiducia. Ricordo che avevano chiesto ad una parlamentare attaccata ad una bombola d’ossigeno di andare a votare e che dispensarono la Pivetti neo-mamma dall’andare a Roma. Alta strategia politica…

Poi mi subentra a Rutelli come sindaco di Roma. In un paese civile si spererebbe che come sindaco di una metropoli un partito proponga qualcuno che abbia un’esperienza di gestione… positiva. Ma quì da noi Rutelli non ne aveva nessuna e ha vinto ben due elezioni, per cui: vai Veltroni! Che tra l’altro aveva il background precedentemente tratteggiato! E così ora a Roma abbiamo la Festa del Cinema. Non so cosa sia. Ci vanno solo vip e giornalisti, non i romani, ma fà tanto Los Angeles. Come la vedreste voi la Notte degli Oscar a L.A. se non vi fossero gli Studios a dare un senso ed un’economia a quella città?

Bene, a questo punto vince anche lui due elezioni e poi và alle elezioni nazionali con lo slogan di un presidente colombiano: se puede, si può fare! Il colombiano, per la cronaca, fu costretto a dimettersi dopo pochi mesi dall’elezione per una rivolta popolare… Veltroni invece non ce l’ha fatta a farsi eleggere Presidente del Consiglio.

L’altra sera, ignaro, era ad una riunione del comitato di quartiere di cui faccio parte e sento uno scambio di battute tra due componenti su un presepe vivente commissionato da Veltroni-Sindaco per 51 milioni di euro. Mi stò zitto, penso abbiano sbagliato a leggere un articolo di giornale, saranno 51mila euro.

Mi sbagliavo io! 🙁 Leggete quì.

A questo punto ho approfondito e ha trovato questo esauriente articolo dell’Occidentale, che si riassume così:

Il bilancio del Comune di Roma è falso, alcune scritture contabili sono state alterate, sono state commesse irregolarità di rilevanza penale anche nella emissione dei bond: tutto questo è noto, di questo si parla da giorni sottovoce a Roma, ma la stampa tace.

In questi giorni si sta scrivendo una delle pagine più nere del giornalismo italiano, perché in tutte le redazioni della capitale sono arrivate le notizie della rapida ispezione che Alemanno ha fatto fare ai tecnici della Ragioneria dello Stato sui bilanci ereditati dall’amministrazione di Veltroni. Tutte le redazioni sanno che alcuni tra i più grandi studi internazionali legali della capitale sono stati incaricati di seguire lo scandalo. Ma tutti tacciono, complici. Unica eccezione, a nostra conoscenza, sono gli articoli di Franco Bechis, direttore di Italia Oggi.

La ragione di questa pavida complicità della stampa nazionale nei confronti della “monnezza nei conti a Roma” è semplice: siccome il nuovo sindaco ha le mani legate, non può denunciare i falsi per ragioni politiche, loro stanno accucciati buoni buoni, fanno da palo a Veltroni e aspettano che passi la nottata. Gianni Alemanno, infatti, è in una situazione paradossale: se divulgasse il vero stato delle cose – che peraltro gli impedisce una libera disponibilità del bilancio – si suiciderebbe come sindaco. Il governo sarebbe infatti immediatamente costretto a commissariare il Comune, il sindaco e la Giunta non potrebbero più disporre di un euro e, per di più, le agenzie di rating sarebbero costrette a prendere atto e a divulgare la notizia – che ben conoscono ma che tacciono, al solito – del fatto che parte dei bond emessi dal Comune di Roma sono hedge funds, spazzatura, peggio di quella di Napoli…

Durante la campagna elettorale per le ultime comunali si diceva Alemanno Fascio. Aggiungo io: Veltroni Sfascio.