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E’ il momento di FARE

Metto l’invito qui all’inizio dell’articolo per dargli maggiore visibilità e nel seguito dell’articolo vi parlerò un po’ del perché voglio – e vorrei invitare chi volesse – a conoscere quello che reputo l’unico interlocutore politico credibile al momento: la lista di FARE per Fermare il Declino.

FARE

Giovedì 31 alle 19,00 presso l’Hotel Aris Garden all’Axa ci sarà un’apericena per conoscere alcuni candidati.

Sentiamo sempre più spesso questa frase ad effetto: l’Italia è un paese in declino. Ed è vero. Non lo è in declino per caso, ma per una chiara e deliberata scelta della sua popolazione. Potrà sembrare forte, o stramba, questa mia affermazione. Siamo sempre portati ad addossare le colpe della corruzione e del malgoverno ai politici, quasi fossero un corpo estraneo, degli extraterrestri atterrati in Italia e che ne hanno assunto con la forza il controllo. Così non è. Opinione mia, ma reputo che la classe politica di una nazione sia lo specchio dei vizi e delle virtù di chi viene chiamato ad eleggerla. Per molti anni l’italiano medio, un personaggio in cui nessuno di noi – io per primo – vorrebbe mai essere identificato, ha pensato di essere un furbetto in grado di fare fesso il suo prossimo. Col problema che questo prossimo era formato da altri furbetti come lui. E, abituatosi gradatamente al malcostume della raccomandazione e della corruzione più o meno palese, ha pensato col tempo di mettere a gestire i vari gradi dell’amministrazione pubblica persone peggiori di lui. Persone a cui poter chiedere vantaggi senza averne diritto o merito. Ho semplificato molto, lo so, e reputo tutt’oggi che la maggioranza dei miei concittadini sia composta da persone oneste e di valore. Ma la percezione così diffusa di questo “italiano medio” ha avvilito molti che si sono troppo spesso sentiti nella loro vita come Don Chischotte che caricava i mulini a vento.
Ma ora il meccanismo perverso che ci ha tanto avvilito s’è rotto sulla montagna di debiti accumulatisi sulle spalle della collettività. Nella storia dell’uomo le crisi sono cicliche. Cadde l’Impero Romano, come cadde l’Impero Turco e così via. Facendo tesoro dell’esperienza dataci dalla storia, gli Stati Uniti stanno operando per rallentare il loro declino. L’Europa, e l’Italia in particolare, al contrario non trovano la forza, il coraggio di agire.

Gli stati europei hanno costruito un’impalcatura economica sovranazionale, cedendole pezzi di sovranità nazionale. Ma senza il cappello di una rappresentanza politica condivisa, legittimata dal voto popolare, in tempi di crisi diviene inaccettabile accettare sacrifici e riforme che ci sono necessarie per salvaguardare il nostro stesso benessere. Sacrifici e riforme che poi neanche dovrebbero essere dettate da chissachì! Qui parliamo di smettere di buttare i soldi pubblici e di rendere efficiente la Pubblica Amministrazione.

Ma in Italia è difficile. La Prima Repubblica era caratterizzata dal monopolio. Chi operava in Italia lo faceva senza concorrenza. Il regime di monopolio ha umiliato il concetto di merito, dando spazio a tangenti ed alla commistione tra politica ed economia. La Seconda Repubblica invece è stata caratterizzata dalle menzogne. La promessa elettorale di creare uno stato liberale, tradita nel favorire invece il corporativismo. La conseguenza principale è stata il blocco dell’ascensore sociale: se nasci figlio di un notaio, da grande sarai notaio. Se nasci figlio di un operaio, difficilmente da grande sarai qualcosa di diverso da un operaio. A questo si sono aggiunte modifiche monche del mercato del lavoro, modifiche sempre incomplete che hanno portato alla enorme precarizzazione del lavoro giovanile.

E’ ora di cambiare registro e di decidere letteralmente di che morte morire.
L’offerta politica è alquanto scarna.
PdL/Lega: hanno governato buona parte della Seconda Repubblica e dello stato liberale e federale promesso non ve n’è traccia. Questo senza neanche fare una sola considerazione sulla scarsa credibilità che possa avere Berlusconi che di mattina fa un’affermazione, il pomeriggio annuncia di essere stato frainteso e la sera si smentisce!
PD/Vendola: Non che il PD quando e dove ha governato si sia distinto: il caso Penati e lo scandalo MPS sono solo le ultime conferme che non bastano le parole di facciata per essere diversi. Senza contare che i due partiti non hanno una sola posizione importante in comune nei loro programmi e pretenderebbero di governare insieme. Da ridere.
UdC: Monti sarà pure una persona competente nei campi specialistici dove ha operato. Ma Casini tutto rappresenta meno che il nuovo. E Montezemolo meno che mai.
Grillo: la politica gridata mi ha sempre annoiato, figuriamoci quella farcita della vena autoritaria confermata dalle espulsioni dei dissidenti.
Ingroia: A parte la mia assoluta distanza dai molti partitini che lo sostengono, reputo inaudita la pessima figura che ha fatto fare all’Italia accettando l’incarico ONU in Guatemala per lasciarlo subito dopo e candidarsi. E non mi si dica che ha deciso solo all’ultimo momento di candidarsi. Sarebbe solo una riprova dell’approssimazione del personaggio

A questo punto? A questo punto mi son ritrovato per caso ad interessarmi ad un piccolo movimento che richiamava nel suo nome la frase ad effetto dell’apertura: Fermare il Declino. Il movimento ha nel giornalista Oscar Giannino e nell’economista Luigi Zingales alcuni dei suoi promotori più noti.
Un programma riassumibile in dieci punti. Punti chiari. Dicono quello che vorrebbero fare e come lo vorrebbero fare. Con i numeri. Non con i fumosi giri di parole dei programmi dei soliti noti, programmi senza numeri che sembrano lasciare – anzi non sembrano: lasciano aperte le porte a ripensamenti post voto.

10proposte

E nel mentre me ne interessavo, il movimento ha deciso di presentarsi alle elezioni: FARE per Fermare il Declino. O più brevemente FARE.
E a me questi fattivi son piaciuti, col metterci le loro vite, i loro soldi – altro che finanziamento pubblico ai partiti – le loro idee.

E finalmente ho trovato chi votare.

Qualcuno mi ha detto che il voto ad un partito neonato è un voto sprecato. A me sembra sprecato dare il voto ai signori di cui sopra. Senza contare che è ogni singolo voto che da forza ad un movimento.


Altri dicono che i politici, vecchi o nuovi, sono tutti uguali. I signori che ho elencato sopra a mio parere si: sono tutti uguali. Questi no. E lo ripeto: basta dedicare un po’ del proprio tempo a leggere quello che hanno scritto sul loro sito web, sia a livello nazionale che per la Regione Lazio. O meglio ancora venire Giovedì a parlare con loro. Come ho deciso di fare io.