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Epitaffio del disco

Bon Jovi ha rilasciato una breve intervista in cui si erge ad ultimo paladino di un mondo ormai tramontato: l’era del disco.

Il succo dell’intervista?

I ragazzi non godono più del piacere e dell’esperienza magica di acquistare un LP a causa dei download digitali: “Odio sembrare un uomo vecchio, ma è tutta colpa di Jobs che con iTunes ha ammazzato la musica”.

Due punti stridono: un uomo vecchio e iTunes ha ammazzato la musica.

Non si è un uomo vecchio perchè si è nostalgici di un mondo perduto. Lo si è se non si accetta il cambiamento. Lo si è se si resta ancorati al proprio passato.

E certo gli LP non li ha stroncati iTunes, ma il p2p, dove i brani vengono scaricati gratuitamente.

Ma la questione è più sottile, più profonda addirittura. Perchè quì parliamo del passaggio tra due epoche. L’era del disco e l’era del digitale. Avevo già affrontato la questione quando comprai l’iPhone, ma colgo l’occasione per riprenderla.

E cito nuovamente Brian Eno:

“I think records were just a little bubble through time and those who made a living from them for a while were lucky. There is no reason why anyone should have made so much money from selling records except that everything was right for this period of time. I always knew it would run out sooner or later. It couldn’t last, and now it’s running out. I don’t particularly care that it is and like the way things are going. The record age was just a blip. It was a bit like if you had a source of whale blubber in the 1840s and it could be used as fuel. Before gas came along, if you traded in whale blubber, you were the richest man on Earth. Then gas came along and you’d be stuck with your whale blubber. Sorry mate – history’s moving along. Recorded music equals whale blubber. Eventually, something else will replace it.”

“Penso che l’era del disco sia stata solo un effimero momento della storia della musica e chi ne ha fatto parte può ritenersi fortunato. Non vi è una specifica ragione per cui qualcuno dovrebbe aver fatto così tanti soldi solo vendendo dischi, tranne che fosse la cosa giusta per quel periodo. Ho sempre saputo che tutto ciò sarebbe finito prima o poi. Non poteva durare, ed ora appunto stà finendo. Non mi preoccupo troppo di come le cose stiano evolvendo. L’era del disco era solo un blip. Per fare un paragone è stato un po’ come se una persona avesse avuto una fonte di grasso di balena nel 1840 e questa fosse stata utilizzata come combustibile. Prima dell’era della benzina, chi commerciava col grasso di balena sarebbe stato l’uomo più ricco sulla Terra. Poi è arrivata la benzina e ha decretato il tramonto del grasso di balena come combustibile. Mi dispiace, ma la storia và avanti. Il disco è come il grasso di balena. Alla fine, qualcosa d’altro lo sostituirà “.
Dopo la mia libera traduzione del pensiero di Eno penso che il mio punto di vista sia chiaro. E che sia la realtà stessa a dare torto a Bon Jovi.
La musica in realtà sarebbe morta se all’era del disco non si fosse sostituita l’era del digitale, con i suoi negozi online che permettono di pagare un prezzo equo per la musica stessa. Senza l’era del digitale avremmo avuto l’era del p2p selvaggio, un’era che avrebbe ucciso il mercato stesso.
Quello di cui Bon Jovi e le major dell’era del disco hanno nostalgia sono i tanti soldi che quel passato aveva garantito a pochi. I mega concerti, le rockstar osannate come dei, gli incassi vertiginosi.
Ma tutto ciò è finito e la disperata, infruttuosa e costosissima lotta alla pirateria in cui si dissanguano economicamente le major ne è la riprova. A fronte dei profitti record degli store digitali.
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