Oggi 25 Novembre è la Giornata Nazionale contro la Violenza sulle Donne. Tematica sintetizzata dai nostri media col neologismo femminicidio. Ma… esiste veramente il femminicidio, inteso come un incremento drammatico degli omicidi delle donne in Italia? E’ in corso una strage di donne di tali dimensioni da farci parlare di allarme sociale?
A leggere bene le statistiche sembrebbe di no.
Sabino Patruno, sul blog di Noise From Amerika, scrive un articolo interessante e ragionato in cui esamina i dati ISTAT degli ultimi anni. Leggendolo scopriamo che in Italia sono diminuiti gli omicidi complessivi. Diminuzione dovuta al calo notevole dei morti per mafia. Mentre essendo rimasti costanti gli omicidi subiti dalle donne, la percentuale degli stessi è andata a salire notevolmente. Vi invito a leggere con calma l’articolo che trovo veramente ben ponderato e documentato.
Concordo con le conclusioni di Patruno: non avrebbe molto senso invocare un’inasprimento delle pene, perchè i “femminicidi” come tutti i delitti passionali, sono spesso delitti di impulso o per i quali le conseguenze penali non sono la principale remora o preoccupazione.
Senza quindi continuare a millantare un’inesistente allarme sociale in Italia sull’argomento, sarebbero opportune proposte politiche atte a diffondere la cultura della non violenza nella società – e magari primariamente nelle scuole. Non si può certo negare che in una società come quella italiana, che mantiene un forte fondo di maschilismo, la condizione femminile sia paragonabile a quella del nord europa. Penso che solo un lavoro costante, che parta dalle scuole e si diffonda a tutti i livelli della società stessa, possa sortire degli effetti. I chiassosi titoli mediatici lasciano il tempo che trovano e si esauriscono al massimo col varo delle solite norme inefficaci o inattuate che tanto caratterizzano i codici civile e penale italiani.