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Facebook e noi

Facebook, o l’insostenibile leggerezza dell’essere.

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Non mi piace. Facebook, successo planetario. Successo vuoto. Successo del nulla.

Ci vai, ti iscrivi. Ti leghi un po’ di gente che conosci e sei pieno dei loro commenti. Tutti molto estemporanei: stò bene, stò male, sono fidanzato, non lo sono più, lo saro?, mi annoio, devo lavorare, ecc.

Ma su Facebook ci devi essere. E se ci sei devi farlo sapere. E se non basta commentare il tuo essere in vita, beh, allora vai con gli inviti a chiunque: diventa fan di quelli che…, aderisci alla guerra per bande, manda cuoricini, palle di neve, regali virtuali.

Agitati, fai chiasso, datti da fare, carica foto e video, condividi tutto con tutti, basta testimoniare che tu ci sei.

Ci sei. Non dici nulla di concreto. Ma ci sei.

Triste.

Preferisco il mio modo di intendere la rete. Ho un sito, lo rendo graficamente mio, ci perdo tempo per scrivere cose mie. Belle, brutte. Però mie. Ci penso, le elaboro, le scrivo. Magari qualcuno ci riflette, le commenta o le schifa. Ma almeno ha pensato e riflettuto. Altro che Facebook 🙂

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