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Fandonie sull’ufficio postale

Ieri, 24 Aprile, ti leggo su giardinodiroma.net un post sull’argomento in cui l’autrice riferisce di aver ascoltato una conversazione tra un dirigente delle poste ed un cliente. Il cliente si interrogava sulla data dell’apertura dell’ufficio postale da noi e gli veniva risposto che il ritardo era causato dalla difficoltà nell’attivare una linea telefonica da parte di Telecom Italia.  Addirittura si argomentava di un rimpallo di autorizzazioni tra Telecom, Comune di Roma e Consorzio Giardino di Roma.

Sinceramente la notizia m’è sembrata un po’ surreale. Comune di Roma e Consorzio nulla hanno a che fare con l’attivazione di una linea telefonica. Sia che questa sia una linea voce sia che sia una linea dati. Se fossimo in aperta campagna e si dovessero effettuare dei lavori pure pure la notizia avrebbe avuto un senso. Ma quì da noi siamo cablati e raggiungibili da qualunque operatore. Anche Fastweb ha la sua linea.

M’è sembrata una di quelle situazioni in cui un dirigente si vuole liberare dell’interlocutore e spara la prima cosa che gli viene in mente.

Comunque, sebbene la logica mi lasciasse scettico sull’argomento, da persona pratica ho contattato uno dei membri del Comitato di Quartiere, Giovanni Brandolini, che è anche Consigliere del CdA del Consorzio.

Stamane Giovanni ha telefonato al Presidente del Consorzio, dott. Orlandi, il quale ha confermato che nessuna richiesta di alcun genere è fin’ora pervenuta al Consorzio nè da Poste Italiane, nè da Telecom, nè da chicchessia sull’argomento trattato.

Resta l’evidenza che Poste Italiane ha in affitto un locale commerciale e sembra aver terminato i lavori di allestimento da molto tempo ormai. Immagino che prima o poi decideranno di rendere fruttuoso il loro investimento. Sul perchè fin’ora non l’abbiano fatto penso che la risposta sia da ricercare nelle pieghe di un’apparato burocratico che poco ha cambiato da quando era una struttura prettamente statale. Insomma uno dei tanti misteri dell’inefficenza italiana.