Questa è una delle foto più belle che ho riportato dal mio viaggio in Alaska nell’estate del 2013. Gli orsi del Katmai. Il Katmai National Park and Preserve salvaguarda un paesaggio vulcanico primordiale ed un ecosistema ricco di salmoni e di centinaia di orsi, loro predatori. Orsi grizzly. Orsi grigi, come i tre della foto, ed orsi neri. Siete interessati alla storia dietro questa foto?
La nostra è stata una gita di un giorno. Eravamo ad Homer, una cittadina turistica. Anzi, la più turistica dell’Alaska. Dall’altra parte della baia su cui si affaccia il Parco del Katmai.
Il giorno prima, di ritorno da un trekking nella penisola del Kenai, avevamo prenotato gli idrovolanti. La mattina di buon ora siamo lungo il fiume, alla base di partenza. In effetti non so come altro chiamare il tratto di fiume utilizzato per il decollo. Non penso che aeroporto sia il termine giusto.
I piloti tengono il briefing. Ci spiegano come funzionano gli interfoni e le cuffie. E ci fanno indossare dei pesanti stivaloni di gomma da pescatore, di quelli che arrivano fino al bacino. Il tempo è variabile, come sempre in estate in Alaska, e ci siamo portati anche i poncho, per ripararci da una pioggia che sembra imminente su Homer. Siamo vestiti pesantemente. Il giorno prima si erano raccomandati. Staremo a lungo fermi ad osservare gli orsi.
Siamo molto speranzosi. Non è facile vedere animali selvatici in Alaska. All’inizio del viaggio, nel Denali National Park avevamo visto alci, un orso e qualche capra di montagna. Poi praticamente solo salmoni – ovunque scorresse un rigagnolo d’acqua! E’ una cosa impressionante quanti salmoni si possono vedere nelle acque dolci dell’Alaska. I piloti ridono e ci rassicurano. Sia che piova o che ci sia il sole, vedremo i nostri orsi 🙂
Saliamo a bordo dei nostri aerei, indossiamo le cuffie – il rumore dei motori alla lunga sarebbe troppo fastidioso – allacciamo le cinture di sicurezza e… si parte!
E’ la prima volta per me su un idrovolante ma in effetti non c’è nessuna differenza con un aereo che decolli da terra. Prendiamo velocità ed in un’oretta e mezza avvistiamo la zona del Katmai National Park. Sotto di noi man mano che lasciamo la baia ed avanziamo sulla terraferma si apre un paesaggio ricamato da fiumi sinuosi e piccoli laghi. I piloti si abbassano e ci fanno notare che già da qui si intravedono gli orsi nei fiumi intenti a pescare i salmoni. Individuato un laghetto non lontano da uno di questi fiumi atterriamo – anche qui sarebbe più corretto un altro termine forse… ma “allaghiamo”, visto che scendiamo in un lago, vorrebbe dire un’altra cosa!
Fermato l’aereo non lontano dalla riva è ora di gettare l’ancora. Letteralmente. Il pilota scende, prende l’ancora e la porta a terra. Noi maschietti scendiamo e spingiamo i galleggianti dell’aereo per avvicinarlo alla riva. Gli stivaloni da pescatore risultano molto utili, visto che all’inizio dell’operazione l’acqua ci arriva quasi alla vita. Spostato l’idrovolante in acque basse recuperiamo da bordo il resto del gruppo e gli zaini e ci incamminiamo.
I piloti, il nostro è quello sopra, comunicano ad Homer che va tutto bene. Ci mettiamo in fila indiana e li seguiamo. La vegetazione lacustre, fatta di fili d’erba, fa posto ad una tundra fatta di licheni, morbida e gommosa. Il tempo è ancora cupo ma i piloti sono fiduciosi che migliorerà. D’altronde avevamo lasciato Homer sotto una leggera pioggia per trovare il sole sulla baia.
Raggiungiamo quindi il fiume. Scorre molto più in basso rispetto a dove siamo. I piloti ci invitano a distribuirci lungo la scarpata e a sederci. Restando in piedi risaltiamo contro i cielo. Gli orsi si innervosiscono e se ne vanno se si sentono osservati. Se ci sediamo invece ci confondiamo con il paesaggio. L’erba è umida ed il poncho mi risulta utile. Visto che non piove lo utilizzo come plaid.
Davanti a noi abbiamo una mamma orsa con due cuccioli a cui sta insegnando a pescare. I salmoni sono rossi ed enormi. Gabbiani ovunque visti i numerosissimi resti di pesce che sono in giro.
Gli orsi li pescano con estrema velocità e se ne nutrono praticamente in continuazione. Restiamo affascinati. Mentre mamma orsa è tutta dedita alla pesca, gli orsetti spesso si distraggono. A volte si affrontano per contendersi un salmone appena pescato. Altre volte giocano tra loro alla lotta.
In lontananza vediamo anche un orso nero. Si avvicina per un breve tratto per poi tornare nella sua ansa del fiume.
Ad un certo punto la famigliola è sazia ed inizia a risalire la scapata passandoci accanto. Non sappiamo se allarmarci o meno, ma i piloti ci rassicurano. E’ così che assistiamo alla dolcissima scenetta che potete rimirare sotto: mamma orso che allatta i piccoli!
Dopo le coccole la famigliola se ne va via e noi ci rimettiamo in fila indiana per raggiungere un’altra ansa del nostro fiume. Il tempo inizia a migliorare ed il sole a fare capolino.
Raggiungiamo quindi una nuova ansa con una nuova famigliola di orsi bruni. Secondo i piloti dovremmo anche qui restare sulla scarpata. Ma c’è un altro piccolo gruppo che, arrivato prima di noi, è sceso nel greto del fiume. Non possiamo essere da meno! Tutti giù!
Le acque di questo fiume non sono mai veramente profonde e la zona dove siamo è inframmezzata da isolette di giaia. Siamo vicinissimi agli orsi. E, nonostante la mole, gli orsi sono agili e veloci. Correndo ci potrebbero raggiungere in pochi secondi. Qui sotto potete avere un’idea di quanto fossimo vicini…
I piloti – ah non ve l’ho detto, ovviamente erano disarmati – ci rassicurano. Gli orsi in questo periodo pensano solo a tre cose: riprodursi, dormire e mangiare. A riprodursi si sono già riprodotti. E visto che siamo a fine Agosto e che per metà Settembre andranno in letargo, ormai si concentrano solo sul dormire e sul mangiare. Comunque gli orsi non distinguono gli individui che formano una massa. Quindi se resteremo tutti insieme loro ci vedranno come un unico mucchio e si terranno lontani. Funziona! I cuccioli ci girano intorno, risalendo anche la scarpata pur di non avvicinarsi troppo al nostro gruppo.
Rassicurati dal loro comportamento ci rilassiamo e ci godiamo queste scene di vita quotidiana. Piccoli riposini…
E qualche inseguimento al salmone…
Ed è qui che scatto la foto dei tre grizzly con il salmone appena pescato.
La nostra famigliola di orsi è sistematica. Un riposino ogni tanto, un giro in tondo tanto per sgranchirsi e tanti salmoni da afferrare e mangiare. Finché non arriva lui!
Un enorme grizzly maschio. Non che gli altri fossero piccoli, ma questo è proprio grosso. E me lo sono ritrovato davanti così, sbucato dalle frasche. E subito mi torna in mente quella storia che il maschio può essere aggressivo. Tanto che a volte aggredisce i piccoli. E anche a mamma orsa deve essere tornata in mente quella storia. Tant’evvero che la famigliola si allontana velocemente.
E noi? Beh… noi restiamo. Il grosso maschio d’altronde si dedica fin da subito ai salmoni ignorandoci bellamente…
Ad un certo punto si piazza in bella mostra su una delle isolette di ghiaia quasi fosse un modello in posa per una foto! Sta lì immobile per svariati minuti. Chissà a rimirare cosa…
Comunque è veramente imponente
Alla fine per noi si è fatta l’ora di andarcene. Il grizzly continua ad ignorarci e a spendere il suo ozioso pomeriggio tra il salmone ed una grattatina!
Noi risaliamo la scarpata e sempre in fil indiana torniamo al laghetto ed ai nostri idrovolanti. Si ritorna ad Homer. Fine della gita.