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2013

Alaska

Nikon D90 e Nikkor 18-200

Il motto dello stato dell’Alaska è The Last Frontier, l’ultima frontiera. E’ un modo molto evocativo di descrivere l’inospitale terra che ha attirato cacciatori di pellicce, cercatori d’oro, trivellatori di petrolio. Ma anche tanta gente che ama la solitudine e gli spazi sconfinati.

L’itinerario del viaggio

L’estate in Alaska è piovosa, ma noi siamo stati molto fortunati trovando quasi sempre bel tempo. Non datelo assolutamente per scontato. Abbiamo incrociato molte persone che avevano avuto meno fortuna di noi! L’unica escursione a cui abbiamo dovuto rinunciare è stato un volo a Talkeetna per atterrare su uno dei ghiacciai del monte McKinley. Diciannove giorni, tremila chilometri percorsi in auto. Un’esperienza fantastica in un continuo crescendo di emozioni.

3 Agosto

Anchorage

L’Alaska è una meta molto gettonata per il turismo interno americano. Orde di pescatori attirati dai salmoni. Come faccio a dirlo già all’arrivo? Semplice. Al ritiro bagagli vengono sbarcate più borse frigo che valigie 🦈

Arrivati ad Anchorage andiamo all’Artic Hostel (link qui). Ci sistemiamo ed usciamo per sgranchirci le gambe dopo tutti i voli per arrivare sin qui: Fiumicino-Francoforte, Francoforte-Seattle, Seattle-Anchorage. E’ sera ed il sole è tramontato, ma… la parte inferiore del cielo mantiene una lieve luminosità. E’ la prima avvisaglia del fatto che siamo veramente molto a nord. Scopriremo a breve le meraviglie del sole di mezzanotte!

4 Agosto

Talkeetna

da Anchorage a Talkeetna

Recuperate le auto a noleggio inizia il nostro viaggio. Prima sosta non lontano da Anchorage, nel villaggio di Eklutna per visitare la chiesa ed il cimitero ortodossi, risalenti al dominio russo sull’Alaska.

L’Alaska “nasce” come una colonia dell’Impero Russo. La colonia, nota formalmente con il nome di America Russa, ebbe come capitale Novo-Archangelsk, oggi Sitka. In questa enorme landa (tutt’oggi) spopolata i russi erano insediati in 23 villaggi, sparsi per le isole o sulle coste meridionali, e commerciavano principalmente in pellame. Essendo un territorio poco difendibile rispetto ai domini inglesi del Canada, l’Alaska fu ceduta dallo Zar Alessandro II agli Stati Uniti. Il negoziatore statunitense fu l’allora Segretario di Stato: William H. Seward. Più in là nel viaggio faremo sosta in una città che ne porta il nome.

Presso l’Elkutna Historical Park (link qui) sono ben conservate le testimonianze della cultura russa in questa regione: l’Old St. Nicholas Church, la New St. Nicholas Church ed il cimitero con le cosiddette Spirit Houses. Queste sono la vera peculiarità culturale della zona. Qui infatti la popolazione nativa, gli Athabaska, solevano seppellire i loro morti sotto delle case degli spiriti. Un originale sincretismo ha portato le popolazioni non più animiste ma cristiane a mantenere questa tradizione, unendola ai tradizionali simboli ortodossi, come la croce ortodossa russa (quella con tre barre trasversali).

Dopo qualche sosta lungo il tragitto – dove in ogni fiume potevamo vedere frotte di pescatori e di salmoni – abbiamo raggiunto Talkeetna.

Talkeetna è famosa per due motivi. D’inverno, quando il sole sorge per pochissime ore e le temperature sono sul -30 andante, è l’unico posto in questa zona facilmente raggiungibile grazie all’Alaska Railroad. Se vivete nei dintorni (ricordate che qui con “nei dintorni” si può intender un territorio vastissimo) da soli in una casa nei boschi ed avete bisogno di carburante per il generatore o di materiale per riparare una perdita dovete per forza venire qui. Tenete conto che d’inverno questi treni si fermano a richiesta, quindi basta mettersi lungo i binari ed aspettarli. Con le temperature sotto zero e la neve che cade incessante può non essere un’operazione banale. In estate, quando il territorio è un mare verde con i ghiacciai all’orizzonte, Talkeetna si trasforma in una cittadina turistica zeppa di fricchettoni. Per noi è importante perchè da qui partono i voli per atterrare a circa 2000 metri su uno dei ghiacciai del Monte Denali. Arriviamo per ora di pranzo ed il tempo è splendido. Poi verso le 18, quando andiamo all’aeroporto per il nostro turno, una nuvola si è posata sulla cima del Denali e la nostra escursione salta 😖

Lasciata Talkeetna raggiungiamo il Denali Hostel & Cabins (link qui) per la notte. Dobbiamo passarci due notti e non c’era posto per tutti nelle cabins. Così in quattro ci adattiamo in due tende già preallestite, con brandine e sacchi a pelo già inclusi. A queste latitudini il sole NON tramonta. Comodo se la sera devi andare in bagno, ci si vede perfettamente. Meno comoda l’abitudine locale di non avere tende o tendine alle finestre. Tocca dormire con le mascherine!

5 Agosto

Denali National Park

Il Triple Lakes Trail

Prima delle due giornate dedicate al Denali National Park (link qui). Intanto una premessa: il parco è immenso. Per inoltrarsi al suo interno con zaino e tenda serve prendere accordi con i ranger. C’è però una “piccola” zona di libero accesso. Avrete intuito come tanto piccola non debba essere questa zona 😅 Tento di darvi un’idea, guardate la mappa sopra, quella del sentiero che andremo a percorrere oggi. Bene, ora guardate la mappa sotto: vedete in alto a destra il pallino verde col numero 16? Bene, nell’area sotto il pallino ci sono sia il visitor center sia il sentiero di cui vi sto per parlare 😬

Chiarita la vastità del parco, torniamo a noi. Lasciamo il nostro ostello e raggiungiamo con le auto il visitor center. Abbiamo vari sentieri a disposizione e decidiamo di percorrere il Triple Lakes Trail, un percorso di solo andata (link qui) che finisci sulla Highway 3, dove prenderemo uno degli autobus di linea per tornare alle auto. E’ il più lungo dei sentieri a disposizione, circa 15 km, ed il più variegato visto che si snoda in un sali scendi tra varie colline e permette di raggiungere appunto tre laghetti.

Sicuramente il paesaggio è un po’ monotono – alla fine sono solo infiniti boschi di conifere – ma il fatto che ogni tanto dalle colline si riesca a scorgere qualche panorama ci gratifica. Incrociamo anche una diga costruita dai castori, vediamo scoiattoli ed uccelli.

6 Agosto

Denali National Park

La strada per il Wonder Lake

Abbiamo prenotato il Tundra Wilderness Tour, un tour del parco in autobus in cui il ranger che lo guida ci fornisce anche notizie sul parco, sulla sua fauna e sulla sua flora. Il tour dura tutta la giornata e comprende anche un pranzo al sacco. Sono previste varie soste nei belvedere (da uno si ammira benissimo il Monte Denali ed un’altro mette in mostra una raccolta di palchi di corna d’alce) e al Wonder Lake, un lago nelle cui acque si riflette il Monte Denali.

Mount McKinley, or Denali, is the highest mountain peak in North America

Il Monte Denali, una volta chiamato McKinley, è il terzo più alto del pianeta. Mentre però l’Everest ed il K2 si ergono al di sopra degli altipiani tibetani e quindi mostrano alla vista solo una parte della loro altezza, il Denali sale dal basso in tutta la sua maestà. Molto spesso la sua cima è avvolta da qualche nuvola, ma oggi siamo fortunati e rimane praticamente libera per quasi tutta la giornata.

Durante il percorso incrociamo alci ed aquile – anche se lontane dalla strada. Orsi e caribù invece sono molto più vicini. In uno dei viewpoint i ranger ci fanno entrare all’interno perchè un orsacchiotto ha deciso di correre verso il piazzale dove siamo noi 🐻

A cena andiamo ad Healy alla 49th State Brewery (link qui) dove si possono bere birre artigianali e gustare bistecche d’orso. In Alaska esistono molti birrifici locali e quasi tutti producono birra artigianalmente in casa – dovrai pure passarlo il tempo d’inverno visto che la vita sociale rasenta lo zero 🤷🏻‍♂️ Nel cortile del locale c’è la riproduzione cinematografica del magic bus del film Into the Wild (è stato ricreato più largo dell’originale per potervisi muovere all’interno con le telecamere). Qui di fronte infatti inizia lo Stampede Trail, il percorso che seguì Christopher McCandless per finire ad accamparsi nel relitto del bus originale, dove poi morì avvelenato dalle bacche di cui si nutriva.

Giochiamo con degli abitanti del luogo al lancio del ferro di cavallo – è un gioco che va tanto di moda qui. Sono le 21,30 ma in questa vallata ci si vede benissimo. Non è facile abituarsi al giorno perenne di queste latitudini. Loro giocano lanciando il ferro di cavallo con una mano e continuando a bere birra con l’altra. Noi siamo meno bravi ma ci impegniamo ad imitarli 😅 Chiacchierando un signore che vive qui ci dice di aver conosciuto McCandless – qui d’inverno sono letteralmente quattro gatti e si conoscono tutti – e ci conferma che fosse un tipo strano.

7 Agosto

Fairbanks

dal Denali NP a Fairbanks

Lasciamo il Denali National Park. Percorriamo la parte iniziale dello Stampede Trail, fino ad arrivare alla fine della strada percorribile in auto. C’è un posto dove affittano dei quad per percorrerne ancora un pezzo, ma alla fine se uno volesse veramente raggiungere il Magic Bus dovrebbe percorrere da Healy ben 46 km!

Proseguiamo il viaggio e raggiungiamo Fairbanks. Ci ritroviamo in una città dal clima splendido, molto più calda rispetto al territorio intorno al Monte Denali. Prendiamo le nostre stanze al Billie’s Backpackers Hostel (link qui), molto molto carino, e decidiamo di farci un giro della città. Visto il caldo ed il sole splendente optiamo per percorrere il fiume in canoa! Infatti il Chena River taglia il centro cittadino producendosi in varie anse. Alla fine del percorso, prima di riconsegnare le canoe, approdiamo presso una dei numerosi locali provvisti di terrazze di legno sul fiume e ci godiamo una bella birra fresca 🍻 guardando gli F-16 che decollano o atterrano dall’aeroporto militare di Fort Waimwright. Ci spiegano che in questo aeroporto si addestrano i piloti dell’aviazione e quindi c’è sempre molto traffico militare.

Tornati nell’hostel consultiamo internet per vedere cosa faccia l’aurora boreale. Stanotte è prevista esattamente sopra Fairbanks. Ci facciamo due conti e decidiamo di mettere le sveglie alle 2,00 del mattino. Dovrebbe essere il momento in cui il sole dovrebbe essere più basso sull’orizzonte. Ovviamente anche a quell’ora il cielo è comunque inondato di luce, per cui riabbassiamo le mascherine sugli occhi e riprendiamo a dormire!

8 Agosto

Denali Highway

da Fairbanks a Glennallen

Anziché proseguire lungo la Highway 2 per raggiungere Paxson, decidiamo di tornare indietro sulla Highway 3 e, all’altezza di Cantwell, prendere la Denali Highway. E’ una strada sterrata molto panoramica, chiusa d’inverno, che ci permette di godere veramente della bellezza selvaggia dei panorami dell’Alaska. Fiumi, laghi, foreste infinite, monti cesellati da immensi ghiacciai.

Raggiunta Paxson torniamo sull’asfalto e raggiungiamo Glennallen e prendiamo le nostre stanze al Caribou Hotel (link qui). Ancora una volta restiamo stupiti. Abbiamo prenotato due stanze per tutti e ci prepariamo ad una sistemazione di fortuna. Le due stanze sono letteralmente due piazze d’armi, due appartamenti completi di cucina, salotto, doppio bagno e varie stanze da letto! Dopo esserci quindi sistemati e fatti una doccia decidiamo di fare un giro per cercare un pub. Se Fairbanks era ancora una cittadina come la intendiamo noi, Glennallen si rivela ben diversa. Sebbene l’albergo sia in centro non ravvisiamo nessun vero agglomerato urbano. Case sparse lungo la strada principale e sicuramente lungo le traverse. Ma mai un vero centro città come l’indentiamo noi.

9 Agosto

a Chitina da Mike

da Glennallen a Chitina

Prima sosta della giornata a Copper. Un cartello all’ingresso del villaggio dice: 12 abitanti (d’inverno)! Tu scendi dall’auto e ti guardi intorno pensando a questo cartello… vedi queste case in legno, il prato curato davanti la casa con il classico pick-up parcheggiato. Poi ti fai due passi, giri dietro la casa e nel giardino posteriore trovi o un gatto delle nevi o una motoslitta comodamente adagiati sull’erba. Ed inizi ad avere un’idea più chiara di cosa possa voler dire vivere letteralmente isolati nel nulla 🤷🏻‍♂️ Aggiungo che buona parte delle persone che incontriamo non sono nate qui, ma ci sono venute a vivere apposta per questo!

Comunque Copper ha un pub pieno di pelli d’orso e palchi di corna ed un piccolo museo dedicato alla corsa all’oro. Di fronte una pompa di benzina vintage abbandonata.

Tappa successiva Chitina dove dormiamo al Chitina Guest Cabins (link qui) e qui è iniziata un’avventura nell’avventura. Abbiamo conosciuto il proprietario della struttura: Micheal detto Mike.

from Apache Nation

Mike è un indiano della Nazione Apache. Il suo nome indiano è Due Piume. Ci racconta che lui è un Apache purosangue e che era andato vent’anni fa in Alaska per commerciare legname. Qui ha conosciuto una donna bianca ed ha rotto la purezza della linea di sangue della sua famiglia per sposarla, anche se ci tiene a sottolineare come sebbene lei sia di Minneapolis abbia origini svedesi. Non comprendiamo bene l’importanza per lui di questa osservazione finché non prosegue il suo racconto. I genitori di Mike erano indigenti, avevano più figli e si spostavano sovente all’interno degli Stati Uniti per sfuggire ai servizi sociali che avrebbero voluto dare i bambini in adozione. Mike è rimasto segnato da queste vicende e reputa di avere un conto aperto con il Governo Federale. Un esempio banale: non beve birra americana, Bud o Miller per esempio, ma Alaskan Beer: Alaska’s not America! Mike e la moglie hanno due figli ormai grandi che sono via a studiare. Mike ci fa visitare casa sua. Qui d’inverno fa -30 e la neve sommerge tutto, e lui si è attrezzato anche con una mini palestra all’interno di casa. La sua casa e le cabins dove dormiamo le ha costruite con le sue mani, con alberi abbattuti da lui e con materiali di seconda mano. La cosa più affascinante delle nostre sistemazioni sono le maniglie dei bagni (esterni) fatte con corna di alce! Mike conclude il suo racconto dicendo che con la moglie vorrebbero trasferirsi in Europa, in Svizzera. Ma anche lì lui manterrà sempre il suo conto aperto con il Governo: my war’s not over. Immagino che boicotterà fino alla morte tutto ciò che sia made in USA (anche se questa storia che l’Alaska non sia America ci lascia un po’ perplessi. Vi assicuro che è moooolto provincia americana negli usi e costumi) 😅

Mike ci racconta che lui e la moglie sono gli unici legalmente sposati a Chitina. Gli altri – la popolazione ammonta a 60 persone di cui 30 bambini – sono nativi Tabaska. E a Mike i Tabaska non piacciono. Sono indolenti. Ci racconta che quando i bianchi arrivarono a Chitina videro che i nativi mangiavano in piatti di rame. Chiesero allora lumi sull’origine del rame ed i Tabaska mostrarono loro la miniera che si trova poco distante a McCarthy. Dato che i nativi non conoscevano il denaro, vendettero ai bianchi la montagna per qualche regalia. I loro discendenti ora vivono dei sussidi statali – una casa ed una piccola rendita. Non si sposano ma convivono, cambiando partner senza curarsi troppo della paternità dei figli. Mike li disprezza per questo: non hanno orgoglio, not proud. La moglie di Mike, che nel frattempo ci ha raggiunto, non si esprime. Lei lavora in ambito sanitario ed ha a che fare con i Tabaska tutti i giorni e forse è più indulgente con i suoi vicini del suo orgoglioso marito.

Mike ci chiede di accompagnarlo al fiume: prenderemo qualche salmone e lui ce lo cucinerà sul barbecue in giardino. Entusiasmo generale! Sul fiume ci sono delle fish wheel. Le pale girano spinte dalla corrente e catturano i salmoni. Mike ne recupera un paio e li sfiletta al volo – ci sono dei banchetti con coltellacci annessi sul bordo del fiume. Conosciamo anche un amico di Mike. E’ lì con la figlia, loro vivono ad Anchorage ma vengono qui d’estate. E’ di origine algerina, ha vissuto a Los Angeles, poi era andato a Barrow sulle piattaforme petrolifere. “Perchè sei andato via da LA?” gli chiedo. “Too many people” mi risponde 🤷🏻‍♂️

Non siamo soli. Lungo il fiume ci sono gruppi organizzati di pescatori. Qui l’acqua è torbida e si pesca con i retini – anzi i retoni viste le dimensioni 😎 Chi non è sulle sponde del fiume è intorno ad un camion attrezzato per la sfilettatura: file di lavelli dove si preparano i tranci di salmone per il congelamento. Incontriamo anche dei cacciatori. Le loro prede: capre di montagna (dicono)… Torniamo da Mike che ci cucina il salmone fritto nel burro o arrostito sul barbecue. Ovviamente abbiamo comprato Alaskan Beer per innaffiare la cena!

10 Agosto

Root Glacier

da Chitina a McCarthy

Raggiungiamo McCarthy, 31 abitanti (io mi sono sempre chiesto se quel numero dispari fosse dovuto ad una famiglia con un figlio o ad un single 🤷🏻‍♂️). Ma non siamo in inverno e questa è una località turistica, per cui ci sono tantissime persone. Siamo all’interno del Wrangell-St. Elias National Park (link qui), il più grande parco nazionale dell’Alaska. Una cosa immensa, tipo che dovreste mettere insieme Yellowstone, Yosemite e la Svizzera per raggiungerne la dimensione! Noi ci limitiamo ad andare sul Root Glacier e ci affidiamo ad Anna e Ben del St. Elias Alpine Guides (link qui) per farlo. Questo ci consente di avere i ramponi da ghiaccio e due guide esperte che possano spiegarci i dettagli dell’immenso ghiacciaio su cui saliremo. Fa caldo e, zaino in spalla, ci avviamo lungo un sentiero che costeggia un canalone. Le guide ci spiegano che a causa dei cambiamenti climatici ora il canalone è vuoto ma, in passato, il ghiacciaio scorreva al suo interno.

Raggiungiamo anche la famosa miniera di rame di cui ci aveva parlato Mike, le Kennecott Mines (link qui). Ora è esaurita e la struttura di legno rosso ormai cadente è un affascinante testimonianza di archeologia industriale. Però per molto tempo è stata la più grande miniera di rame dell’Alaska. Al termine del sentiero la temperatura precipita sui 4 gradi e ci troviamo di fronte una collina di ghiaccio. Tiriamo fuori giacconi, cappelli e sciarpe, montiamo sotto i nostri scarponi i ramponi da ghiaccio e l’escursione prosegue senza problemi. Anna e Ben ci fanno vedere le parti più nascoste del ghiacciaio – c’è anche un laghetto di fusione al suo interno – e con i fornellini a gas ci preparano anche un the o un caffè solubili ☕️

La sera prendiamo posto al Kennicott River Lodge (link qui) e trascorriamo la serata al Golden Saloon (link qui) di McCarthy per il crazy party. Il Saloon risale ai tempi della miniera di rame e merita sempre una visita. Stasera poi… 😂 Calcolando che a carnevale qui ci vivono appunto 31 persone, fa -30 e ci sono metri di neve… lo si festeggia ad agosto quando è pieno di turisti. Reincontriamo Anna e Ben che indossano buffi vestiti adatti all’occasione, con cappellini ed altri ammennicoli.

11 Agosto

Valdez

da McCarthy a Valdez

La strada per Valdez passa attraverso ripide pareti di roccia nera solcate da sottili cascate che precipitano dall’alto. Affascinante.

Valdez è il terminal petrolifero del TAPS (Trans Alaskan Pipeline System), l’oro nero che sostenta tutta l’Alaska. Lo Stato infatti redistribuisce le royalties dovute al passaggio dell’infrastruttura a tutti i suoi cittadini (sono 600.000 in tutto, di cui la metà vive ad Anchorage). Questo ci spiega anche come facciano alcuni a vivere abitando nel nulla più assoluto praticamente senza un lavoro. Valdez sorge in una zona avvolta spessissimo dalle nebbie ed al nostro arrivo ha infatti un chè di spettrale. Dormiamo al Keystone Hotel (link qui). Nome ironico… Immaginate un hotel che sembra un agglomerato di container. Entrate e la signora della reception vi avverte che le serrature di tutte le stanze sono difettose: se tentate di chiuderle con la chiave, la chiave si spezza. Lo ribattezziamo Keybutter Hotel 😂

12 Agosto

Sul Worthington Glacier

al Solomon Gulch Trail e sul Worthington Glacier

Sorpresa! Oggi è una giornata magnifica e c’è un sole splendente. Decidiamo di goderci il panorama dal Solomon Gulch Trail, un sentiero che porta ad una diga e ad un belvedere sulla baia di Valdez. Parcheggiamo le auto presso la foce di un torrentello dove si accumulano così tanti salmoni che tentano la risalita che due bimbi li pescano praticamente a mani nude! Il sentiero è semplice e la vista non è certo eccezionale – alla fine Valdez è un porto commerciale.

Nel pomeriggio decidiamo di prendere un elicottero per atterrare sul  Worthington Glacier. Un volo spettacolare ed un’esperienza unica. Soldi veramente ben spesi!

13 Agosto

Hope

da Valdez a Seward

Da Valdez prendiamo un traghetto per Whittier, ammirando i fiordi dal mare.

Whittier conta circa 200 abitanti che vivono quasi tutti nello stesso edificio, il Begich Towers Condominium. Questo perchè Whittier nasce durante la seconda guerra mondiale come base segreta dell’esercito statunitense per contrastare un temuto sbarco giapponese in Alaska. Ampliata durante la Guerra Fredda, la base venne poi abbandonata e la struttura fu riconvertita in abitazioni civili. Qui c’è uno dei due capolinea meridionali della Alaska Railroad (l’altro è a Seward). Dal traghetto vengono fatti sbarcare i vagoni che vanno a costituire il convoglio. Macchine e treni condividono un’unica uscita dalla città, l’Anton Andersen Memorial Tunnel, noto anche come Whittier Tunnel. Dotato di semafori alle due estremità, si percorre con le gomme dell’auto praticamente quasi sovrapposte ai binari del treno. Appena superato il tunnel accostiamo e restiamo incantati da un ghiacciaio da cui si staccano grossi iceberg in un lago al lato della strada!

Facciamo sosta ad Hope, dove in teoria è possibile ancora trovare qualche grammo d’oro setacciando il fiume – basta avere moooooolta pazienza… E’ un posto bucolico e quindi ci fermiamo in un coffee molto carino e visitiamo anche il museo dedicato alla corsa all’oro (link qui).

A Seward pernottiamo al Moby Dick Hostel (link qui)

14 Agosto

Harding Icefield Trail

sull’Harding Icefield Trail

Oggi gita all’Harding Icefield Trail (link qui): 6 km in salita, con 1000 m di dislivello. Man mano che si sale ci si alterna tra le zone distanti dal ghiacciaio, ricche di vegetazione e dove la temperatura è mite, e le zone a ridosso del ghiacciaio dove tocca rivestirsi per le temperature che precipitano repentinamente. Alla fine della salita si sbuca su una zona rocciosa che domina un vasto pianoro coperto dallo spesso manto del ghiacciaio. Uno spettacolo di una bellezza rara. Non riusciamo ad andarcene tanto ci piace il panorama e quindi ci godiamo il sole e la bella giornata in questo posto fuori dal tempo.

15 Agosto

In barca al Northwestern Glacier

Crociera lungo i fiordi del Kenai Fjords National Park (link qui) per ammirare il Northwestern Glacier che precipita in mare. La crociera è qualcosa di unico. La bellezza dei fiordi è da togliere il fiato.

Lontre in acqua, leoni marini che prendono il sole sulle rocce o sul ghiaccio che galleggia vicino il ghiacciaio. Orche, balene e puffin (le pulcinelle di mare).

E questo enorme ghiacciaio da cui ogni tanto si staccano pezzi di ghiaccio che precipitano nel mare davanti la barca.

Abbiamo anche la fortuna di assistere ad una slavina! Una lunga lingua di neve e ghiaccio che scorre come una cascata dalla sommità del ghiacciaio fino nelle acque sottostanti.

Tornati in porto assistiamo al rientro dei pescherecci. La ciurma si mette in posa per una foto col pescato, dopodiché i pesci vengono sfilettati e rivenduti direttamente in loco.

16 Agosto

Nikolaevsk

da Seward ad Homer

La mattina, prima di partire, visitiamo l’acquario di Seward: l’Alaska SeaLife Center (link qui).

E’ l’acquario più a nord del mondo ed è stato realizzato con il denaro del risarcimento ricevuto a seguito del sversamento di greggio dalla petroliera Exxon Valdez. Oltre ad essere un classico acquario dedicato alle scienze marine con particolare attenzione alle acque fredde dell’emisfero occidentale, è anche l’unico centro di riabilitazione per gli animali marini feriti dell’Alaska.

Lasciamo Seward che inizia a piovere. Qui l’asfalto NON è drenante e guidiamo lentamente su strade asfaltate trasformate in piccoli fiumi. A Nikolaevsk facciamo sosta al Russian Village, dove prendiamo un the al Samovar Cafe (link qui). Nina, la proprietaria, vestita in abiti tradizionali russi, appartiene ad una setta ortodossa che lasciò l’URSS alla fine degli anni ’60 per stabilirsi in America – alcuni in Oregon ed altri qui in Alaska. A Nikolaevsk in realtà tutti vestono col gli abiti della tradizione russa, quindi quello di Nina non è una trovata per attirare turisti.

Dopo aver gustato questo inatteso classico the russo proseguiamo il viaggio ed arriviamo ad Homer. Per la prima notte alloggiamo al Beluga Lake Lodge (link qui).

17 Agosto

Grewingk Glacier Lake

Glacier Lake & Saddle Trails

Homer, vista anche la vicinanza ad Anchorage, è una città molto turistica. Oggi ci spostiamo in barca nel Kachemak Bay State Wilderness Park (link qui). Una volta sbarcati percorriamo il Glacier Lake & Saddle Trails (link qui) fino al Grewingk Glacier Lake, dove le temperature crollano grazie agli iceberg che si staccano dal Grewingk Glacier posto sul lato opposto del lago. I sentieri sono pieni di avvisi che mettono in guardia sulla presenza di orsi, ma non se ne vede nemmeno uno.

La sera ad Homer ci spostiamo al Spruce Acre Cabins (link qui) per dormire.

18 Agosto

gli orsi del Katmai

da Homer al Funnel Creek

Oggi si vola. Ma non per tornare a casa. Per vedere gli orsi, i greezly, nel loro ambiente naturale, nel Katmai National Park (link qui). Il posto è disabitato, il terreno coperto di tundra e lo raggiungiamo con un idrovolante del Bald Mountain Air Service (link qui).

Avvistiamo dall’alto gli orsi che pescano nel Funnel Creek ed atterriamo, anzi ammariamo, in un laghetto poco distante. Prima di partire ci hanno fatto indossare degli stivali da pesca, di quelli che raggiungono la vita. Utili. Infatti, dopo essere scesi nel lago tocca a noi passeggeri scendere in acqua, prendere l’ancora e tirare a riva l’aereo 😅

I piloti ci spiegano che in questo periodo dell’anno gli orsi pensano solo a mangiare in vista del letargo – l’estate qui finirà a breve – e che basta restare tutti uniti perchè gli orsi vedano una massa simile ad un sasso e ci girino intorno. Carichi e motivati discendiamo le profonde rive del fiume e ci troviamo a pochi metri da una famiglia di greezly: prima la mamma con un paio di cuccioli, poi l’enorme maschio.

19 Agosto

Anchorage

da Homer ad Anchorage

Torniamo ad Anchorage, dove dormiamo all’Artic Hostel, lo stesso dell’andata.

Gironzoliamo nella città – una classica metropoli americana – e visitiamo l’Anchorage Museum (link qui) dove si ripercorre dal punto di vista etnico-culturale la storia dell’Alaska.

20 Agosto

Sullo Space Needle

Il centro di Seattle

Lasciamo l’Alaska ma allo scalo a Seattle abbiamo tempo sufficiente per un giro fuori programma in centro. La nostra fortuna col meteo ci segue ancora, questa è una città piovosa ma oggi c’è un sole splendido.

Approfittiamo per salire sullo Space Needle (link qui), la torre simbolo della città, ed ammirare il panorama intorno. Dopodiché un giro veloce in centro e poi di corsa in aeroporto per non perdere l’aereo 😅