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I servizi sul web costano

La percezione che le masse hanno dei servizi basati sul web a volte mi sconcerta! Che si vada dalla semplice connettività intesa come mero servizio di base, il “navigare”, allo sfruttamento di applicazioni complesse che su questa si basano.

servizi_web

Per così tanto tempo siamo stati abituati alle “cose”, intendo proprio le cose materiali, il libro, la penna, l’inchiostro da non riuscire correttamente a renderci conto di quante “cose” ci siano alla base del funzionamento di internet.

Google ha pensato di mettere in primo piano questa materialità aprendo le sue server farm e mostrandoci spaccati della vita all’interno del cuore stesso dei propri servizi. Uomini e strutture che ci permettono 24h al giorno di utilizzare il motore di ricerca, Gmail, Maps e quant’altro. Server, certo. Luci e cavi, certo. Ma anche tanta fatica fisica. Riparare, controllare, sorvegliare. Tante “cose” materiali che ci sono trasparenti.

Google_server_farm

La mappa dei collegamenti sottomarini delle telecomunicazioni ci da un’idea ancora più ampia della infrastruttura creata dall’uomo per veicolare anche una semplice mail in ogni angolo del pianeta.

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Un’opera che, a ben rifletterci, è grandiosa. Nè più, né meno che grandiosa. Ma di fatto invisibile ai più, interessati solo all’impalpabile servizio del navigare sul web ovunque sui cinque continenti.

Ed è proprio questa sensazione di leggerezza, la mancanza di percezione delle cose che fanno funzionare il web, questa smaterializzazione, per usare un termine che riempie di più la bocca, che affligge molti utenti a generare degli effetti quantomeno contraddittori.
Una percezione alterata del gratuito. Quasi una pretesa che i servizi siano dovuti. Non si sa bene perché.
L’esempio più recente – ma sono ricorrenti queste situazioni – riguarda WhatsApp. Su iOS è da sempre a pagamento. Un capitale: 0,79 centesimi. Da poco rincarati a 0,89 centesimi. Li paghi e inizi subito a risparmiarne moooolti di più utilizzando whatsapp al posto del sempre caro servizio sms dei gestori radiomobili italiani. Su Android lo scarichi gratuitamente, poi paghi un botto di soldi: 0,79 centesimi. E poi ogni anno altri 0,79 centesimi. Ora, al di la del differente trattamento – iOS al momento permette abbonamenti solo alle riviste – nessuno è obbligato a comprare WhatsApp. Ma tutti dovrebbero riflettere su alcuni concetti.

L’infrastruttura server che permette il funzionamento di un servizio del genere efficientemente costa e ci sono alternative gratuite che si finanziano con la pubblicità. Ma non sono efficienti come WhatsApp. Perchè? Ce lo dicono quelli di WhatsApp stessi.

At every company that sells ads, a significant portion of their engineering team spends their day tuning data mining, writing better code to collect all your personal data, upgrading the servers that hold all the data and making sure it’s all being logged and collated and sliced and packaged and shipped out… And at the end of the day the result of it all is a slightly different advertising banner in your browser or on your mobile screen.

Se la pubblicità deve essere efficace, deve essere mirata per ogni singolo utente. E questo è possibile solo affinando sempre più l’analisi dei dati personali di tutti gli utenti. Un notevole lavoro che lascia poche risorse per migliorare il servizio fornito. Detto da chi ha lavorato anni per Yahoo proprio per fare questo.

Dietro tutti i servizi forniti sul web c’è duro lavoro e ci sono costi vivi. E il lavoro va remunerato. Soprattutto se ne apprezziamo così tanto l’efficacia e ne traiamo un vantaggio personale. Si veda, per tornare all’esempio di WhatsApp, quanto risparmiamo ogni anno in sms. Quindi o scegliamo di essere noi il prodotto, accettiamo la pubblicità e cediamo i nostri dati personali a tal fine. Ma accettiamo anche che i banner pubblicitari scarichino la batteria dei nostri smartphone, che ci distraggano ed occupino spazio utile sui nostri schermi. O paghiamo direttamente per i servizi che sfruttiamo. L’importante è essere coscienti dei pro e dei contro delle nostre scelte per poter fare la scelta migliore.

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