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Il paese del male

L’ostaggio piange e qui tutti ridono del suo dolore, considerato come prova di debolezza. La Siria è il Paese del Male; dove il Male trionfa, lavora, inturgidisce come gli acini dell’uva sotto il sole d’Oriente. E dispiega tutti i suoi stati; l’avidità, l’odio, il fanatismo, l’assenza di ogni misericordia, dove persino i bambini e i vecchi gioiscono ad essere cattivi. I miei sequestratori pregavano il loro Dio stando accanto a me, il loro prigioniero dolente, soddisfatti, senza rimorsi e attenti al rito: cosa dicevano al loro Dio?

Domenico Quirico è tornato in Italia e racconta la sua prigionia su La Stampa.

La Storia insegna che girare la testa dall’altra parte rispetto ad un problema, ad una crisi, contribuisce solo a farla acuire e a farla degenerare. E anche in questo caso non si è fatta alcuna eccezione. Due anni di disinteresse dei governi, ma soprattutto delle opinioni pubbliche occidentali hanno portato a generare questa Siria che Quirico ha definito il paese del male. Quello che lascia l’amaro in bocca è che parliamo delle stesse opinioni pubbliche che erano tanto in apprensione per un intervento americano. Proprio queste persone torneranno a disintessarsi della Siria a breve, appena la soluzione-farsa proposta dalla Russia disinnescherà il rischio di intervento estero. Le stesse persone che si disinteressano delle tante guerre “dimenticate”. Ricordate il Congo? Il Congo è ancora in guerra. E in Congo c’è quella missione ONU che non si è mai distinta per i suoi meriti. E la denuncia di Unwatchable non ha certo perso motivi per essere trascurata. Come invece lo è. Nessuno sdegno, nessun digiuno, nessuna manifestazione. Tutto molto triste. Ed ipocrita.

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