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Il poco amazing iOS 6

Amazing, sorprendente. Un termine caro a Steve Jobs ed utilizzatissimo dai dirigenti Apple per esaltare i prodotti dell’azienda. Amazing è un termine assai impegnativo. Crea enormi aspettative e se queste non sono soddisfatte si può ritorcere come un boomerang su chi ne abusa. Ma le novità introdotte da Apple in iOS 6 sono state o applicazioni immature o caratteristiche già viste nello store. Nulla che abbia tracciato una profonda differenza tra le versioni 5 e 6 di iOS. Alla fine iOS 6 sembra più una release importante per Apple nel tracciare una nuova strada che per gli utenti. E proprio per l’immaturità delle novità più pubblicizzate, la classica scelta di castrare i dispositivi più datati di alcune caratteristiche si rivela poco lungimirante.

Ma andiamo con ordine e spieghiamoci meglio.

Mappe

La nuova applicazione Mappe è stata una delle due novità più importanti di iOS 6. Dopo aver sfruttato per cinque anni, fin dal suo lancio, il servizio di Google, dopo una serie di acquisizioni nel settore e collaborando con Tom Tom, Apple ha deciso di camminare da sola. Creare un tale servizio non è facile e richiede tempo. Anche le mappe di Google non sono perfette e lo erano ancor meno cinque anni fa. Ma oggi, vista l’enorme diffusione degli iPhone e visto l’impatto mediatico che ha, sarebbe stato saggio aspettare di poter fornire un servizio quantomeno paragonabile.

Le sto utilizzando. Gli artefatti e le imprecisioni nella visualizzazione del territorio sono in effetti molti. C’è chi li sta raccogliendo in un sito dal nome alquanto ironico: The Amazing iOS 6 Maps. Ma è anche vero che l’abitudine ad utilizzare le mappe di Google spesso ci porta ad esagerare le nostre critiche – siamo tutti sempre refrattari al cambiamento. Sto provando anche il navigatore. La grafica è indubbiamente chiara e mi piace. Certo però che ieri sera voleva farmi prendere un paio di strade che, sebbene tracciate, sono chiuse. Al momento mi tengo stretto l’ottimo Navigon.

Comunque dovrebbero sbarcare sull’App Store anche le mappe di Google – la cui approvazione si sospetta possa essere ritardata il più possibile da Apple – con la funzionalità navigatore inclusa. La concorrenza non guasta mai.

Siri

Insieme ad iCloud, Siri è una delle due colonne su cui Apple vuole basare la propria strategia di crescita per i prossimi dieci anni. E ci dovrà lavorare tanto, credetemi. Al momento per me riveste una certa utilità perchè mi permette di effettuare alcune azioni senza distrarmi dalla guida dell’automobile. Avviare la musica, cercare qualche strada sulle mappe, scrivere un messaggio – fin quando trascrive correttamente quello che dico. Al momento EUR non è una parola che gli piace. Invece che un quartiere di Roma pensa che io intenda euro. Però dicono che Siri sia programmato per imparare dai propri errori. Per cui correggo quando posso il messaggio e confido in miglioramenti repentini.

Stendo poi un pietoso velo su ieri. Hanno iniziato a vendere in America l’iPhone 5 ed i server di Siri non hanno retto il traffico…

iCloud ed il resto

Adesso possiamo recuperare le pagine web aperte su tutti i nostri dispositivi. Lo si poteva fare già con Chrome però. E mi chiedo se valesse la pena aspettare l’aggiornamento del sistema operativo per introdurre questa caratteristica. O se non fosse meglio per Apple lavorare di più sul suo browser, sia fisso che mobile: Safari.

Fare le foto panoramiche direttamente dall’app fotocamera non mi sembra questa rivoluzione. Sono anni che esistono app apposite. E aggiungere caratteristiche già facilmente implementabili tramite applicazioni di terze parti, come anche l’HDR in passato, rischia solo di impoverire l’App Store.

L’integrazione a Facebook è sicuramente comoda. Arriva però in ritardo enorme. iOS aveva già integrato Twitter da un anno. Android e Windows Phone entrambi dalla nascita. Anche qui quindi nulla di eccezionale.

Insomma, apprezzo iOS 6 e le varie novità che introduce. Ma non è assolutamente una major release capace di stupirmi per le sue 200 nuove funzioni sbandierate da Apple.

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