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It

Non sono mai stato un fan di Stephen King. Di suo da ragazzo avevo letto tre libri. It, Cose Preziose ed Il Gioco di Gerald – o almeno questi sono i suoi romanzi che rammento di aver letto. Da ragazzo amavo l’horror, letterario ma soprattutto cinematografico. Crescendo invece mi sono appassionato ad altri generi ed oramai l’horror lo frequento veramente poco. Poi però sono successe due cose. Da un lato It ha fatto parte del bagaglio culturale alla bellissima serie di Netflix Stranger Things. E già questo ti fa venir voglia di rileggerlo. E poi è arrivato il battage pubblicitario per l’uscita del film in due parti dedicato ad It. Ed allora bando alle ciance ed prendiamo di petto le mille e duecento e passa pagine di It…

Più che un horror in realtà questo romanzo è un thriller, un thriller che lavora molto sull’inquietudine. La sua trama alla fine conta poco. Quello che conta è che King con questo romanzo ha potuto sfruttare un genere, l’horror appunto, per indagare cose dell’animo umano che sarebbe ben più difficile indagare nella narrativa cosiddetta mainstream. Cose come l’angoscia, il timore, la tensione, l’amicizia, l’amore, l’ambizione, la solidarietà, la tolleranza. Lo ha fatto bene e quindi vale sempre la pena di leggere i migliori dei suoi romanzi. Ed It è uno di questi.