Skip to content
light, night, Rome, EUR, trails, blue

La Colombo ed i suoi autovelox

Tempo fa avevo scritto un articolo sugli autovelox per un giornalino di quartiere. Visto che comunque l’argomento viene fuori ciclicamente – chiacchiere al bar, gruppi Facebook del quartiere, ecc – ho pensato di pubblicarlo qui. L’ho rimaneggiato per renderlo adatto al contesto del blog ovviamente. Sebbene gli esempi siano riferiti alla Cristoforo Colombo, possono comunque servire da canovaccio per chi volesse focalizzare l’attenzione su altre strade.

light, night, Rome, EUR, trails, blue

La Via Cristoforo Colombo dicevamo è una strada ampia. Nel tratto urbano, dalle Terme di Caracalla all’EUR, conta ben tre corsie. Poi, nel tratto extraurbano dall’EUR ad Ostia, sebbene la carreggiata non si restringa, le corsie vengono ridotte a due. E, nonostante non vi siano attraversamenti pedonali, salvo ai semafori, e lambisca sono perifericamente molti quartieri, la Colombo presenta un limite di velocità che nei tratti più fortunati raggiunge gli 80 km/h. Perchè limiti così restrittivi?

E’ tutto legato alla classificazione delle strade prevista nel Codice della Strada (DL 285/92 art.2 e art. 142). La Colombo è infatti classificata come una strada extraurbana secondaria ed il limite massimo è di 80 km/h. Nulla conta che magari di notte ci sia solo tu a percorrerla e senza rendertene conto ti ritrovi ad una velocità di crociera di 100 km/h. Se fosse riclassificata come strada extraurbana primaria il limite potrebbe salire a 110 km/h. La differenza tra le due classificazioni, nel nostro caso, consiste solo nella presenza di una banchina laterale e di opportune piazzole di sosta. Perchè il Comune non pensa di adeguare una via concepita in altri tempi alle esigenze contemporanee? E perchè invece, se proprio vuole mantenerla con un limite così contenuto, non provvede per esempio a ricavare una pista ciclabile, visti i numerosi ciclisti che la percorrono per allenarsi? Od invece a ricavare una corsia preferenziale per i mezzi pubblici? A quel punto il limite di 80 km/h sarebbe accettato senza problemi da tutti gli automobilisti, proprio perchè se ne percepirebbe concretamente l’utilità.

E poi si apre la questione cardine del malessere che serpeggia tra gli utenti della Colombo. Gli autovelox troppo spesso poco visibili. L’art. 183 del DPR del 16 Dicembre 1992 n. 495 (Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo codice della strada) prevede espressamente che “gli agenti preposti alla regolazione del traffico e gli organi di polizia stradale di cui l’art. 11, commi 1 e 2 del Codice, quando operano sulla strada devono essere visibili a distanza, sia di giorno che di notte”. Ma non solo. C’è anche una circolare del Ministero degli Interni, circolare n. 10307 del 14 Agosto 2009, Allegato I, a firma del Ministro Roberto Maroni, circolare che prevede che le postazioni di controllo debbano essere non solo preventivamente segnalate ma anche “ben visibili a distanza, con un’ opportuna colorazione, oppure essere attivate nelle vicinanze di autoveicoli di servizio con colori istituzionali”. Quindi dobbiamo avere postazioni visibili su strade munite di una segnaletica anch’essa visibile che ci avverte che quel tratto viene monitorato dagli autovelox.

Vengono sempre rispettate queste direttive?

Finchè, pongo ad esempio, le pattuglie sono sullo spartitraffico tra la corsia centrale e la complanare all’altezza del nuovo quartiere di Mezzocammino in direzione Ostia, certamente vengono rispettate. Ma quando l’autovelox è posto dietro la casetta sita poco prima del raccordo di Via di Mezzocammino con la Colombo, sempre direzione Ostia? Non solo l’apparecchio è nascosto totalmente alla vista, ma difficilmente la pattuglia ha la possibilità di presidiarlo efficacemente. O quando, in direzione Roma, passato il Raccordo, il dispositivo è posizionato sullo spartitraffico ben coperto dagli oleandri? Praticamente lo si riesce a scorgere solo quando si è giunti a pochi metri di distanza.

Ma l’autovelox che funzione ha per il codice della strada?

L’autovelox è un dispositivo che riveste un’importante funzione sociale. Serve a prevenire gli incidenti dovuti all’alta velocità. Non a provocare brusche frenate dall’automobilista che lo vede all’ultimo momento, rischiando di innescare un tamponamento a catena. E nemmeno deve spaventare il guidatore rischiando di farlo sbandare perchè distratto dall’improvviso scatto del suo flash infrarosso.

Ma andiamo oltre e chiediamoci: ma i soldi di tutte queste multe che fine fanno?

E qui abbiamo l’art. 208 del Codice, comma 4: la metà dei proventi delle multe deve essere destinato alla manutenzione della segnaletica, al potenziamento dell’attività di controllo, al miglioramento della sicurezza stradale e allo svolgimento da parte della polizia locale nelle scuole di corsi didattici finalizzati all’educazione stradale. Calcolando che la segnaletica sulla Colombo è sempre quella, che nessuno ha considerato di creare una pista ciclabile visti i numerosissimi ciclisti che rischiano la vita per allenarsi, che non sembra che le nostre scuole pullulino di vigili intenti ad impartire lezioni di educazione stradale, la domanda sorge spontanea: possibile che tutti i soldi sollevati dalle multe degli autovelox sulla Colombo siano assorbiti dai costi della Polizia Municipale? Non avanza proprio nulla per tutelare gli utenti che il codice della strada definisce deboli (bambini, anziani, pedoni, ciclisti)?

E ancora ci chiediamo: è veramente così pericolosa la Colombo da giustificare tutti questi controlli? Confrontiamola con la Via del Mare. La Via del Mare è stata classificata come via pericolosa. Cosa vuol dire? Che è stata rilevata una troppo alta statistica di incidenti e quindi non solo la presenza degli autovelox, anche fissi, è più che giustificata, ma è consentito anche piazzarli con alcune deroghe alle regole già citate. La Colombo al contrario non ha meritato a tutt’oggi questa nomea. Quindi le regole del Codice della Strada vanno rispettate. Perchè allora è così sorvegliata? Perchè troppo spesso i suoi autovelox non sono posizionati in bella vista? Cosa può fare il cittadino per difendersi?

Sicuramente documentarsi e contestare le multe quando l’autovelox non è pienamente visibile, quando la pattuglia non dovesse presidiarlo, quando i cartelli che debbono segnalare la presenza dell’apparecchiatura sono oscurati o difficilmente visibili, soprattutto di notte . Ma il cittadino non è solo in questa battaglia perchè la questione non viene sollevata solo oggi. E’ al contrario una delle battaglie portate avanti da tanti comuni cittadini e da associazioni del IX e del X Municipio. Quella più battagliera è il Comitato Civico 2013 che dal 2010 raccoglie le segnalazioni dei cittadini su tutto l’asse della Colombo per aiutarli e sostenerli. Già in passato il Comitato ha raccolto molte fotografie e testimonianze di pattuglie poco visibili e ha presentato un nutrito dossier al Sindaco di Roma. Andrea Schiavone, coordinatore del Comitato, fu protagonista di un duro botta e risposta via fax con l’allora Comandante Generale dei Vigili Urbani, Angelo Giuliani. Il Comandante contestava l’interruzione di pubblico servizio dovuta a questa “moda” di fotografare le pattuglie quando erano ferme in posizioni difficilmente visibili dalla strada. Ma la contestazione si rilevò un buco nell’acqua da parte del Comandante, vista che la piena legittimità delle contestazioni e la determinazione dei cittadini a proseguire con la loro lotta per una piena trasparenza nei controlli.