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La politica italiana

A volte tra amici si chiacchiera del mondo che ci circonda e di come lo vediamo. Ognuno sempre distinto dall’altro. Perchè da tempo ci si è resi conto che la realtà muta a secondo del punto di vista di chi la osserva.

Guardo l’Italia, dal mio essere semplice cittadino. Guardo i talk show in tv e mi si presenta un paese diviso in due. Destra e sinistra che si confrontano quotidianamente. Che quotidianamente si accusano vicendevolmente delle più infami nefandezze. Ma per personale abitudine non ho tendenza a seguire le urla. Ho sempre pensato che chi urla e cerca la rissa, anche solo verbale, lo fa per mancanza di argomenti.

Faccio un esempio pratico. Potrei farne tanti ma scelgo uno che mi sembra semplice.

Di Pietro è in Parlamento, prende la parola in un dibattito importante per la tenuta del governo e accusa Berlusconi di essere uno stupratore della democrazia. E io mi chiedo, fosse anche vero, ma come si spiega che gli italiani votano in massa per il secondo e non per il primo?

Ora, dobbiamo fare qualche considerazione di base. Nella vulgata comune del centrosinistra Berlusconi controllando RAI e Mediaset dovrebbe poter influenzare il voto degli italiani in maniera decisiva. Questo ragionamento però m’ha sempre lasciato insoddisfatto. Perché? Perché non mi spiega due cose:

  1. Ma se gli italiani sono dei cerebrolesi che votano senza ragionare, a che pro impegnarsi per fargli cambiare idea?
  2. E ancora, come mai quando ha governato Prodi – quindi con la RAI in mano al centrosinistra – poi le elezioni le ha vinte Berlusconi?

Faccio un secondo esempio.

Si riuniscono cortei di gente vestita di viola, che urla ed insulta Berlusconi, gli rinfacciano il conflitto di interessi, le escort con cui si accompagna, i problemi giudiziari con le leggi ad personam e chi più ne ha più ne metta. E poi le elezioni le continua a vincere Berlusconi.

Spiegazioni? Quelle di prima: la tv è in mano sua e la gente viene telecomandata a votare PdL.

Molto folklore, a mio parere. Il manicheismo conforta i cuori ma non le menti. Forse serve qualche riflessione più profonda.

Intanto liberiamoci  di qualche retaggio del passato.

  1. Non esistono buoni e cattivi. Non sei buono se sei di sinistra e cattivo se sei di destra, nè il contrario. Sei solo stupido se pensi che l’altro sia la tua nemesi.
  2. Se c’è un problema nei media italiani, e c’è ovviamente, è antico e per nulla modificatosi negli anni. La politica ha sempre avuto un controllo ferreo dell’informazione in Italia. Questo controllo è mutato nel tempo perché è mutata l’Italia ed il suo sistema politico. Non vedo molta differenza tra – faccio sempre un esempio semplice – i giornali di partito del tempo del PCI e i quotidiani del PdL. Siamo sempre di fronte a rappresentazioni della realtà distorte e parziali. E chi si informava o si informa tramite questi mezzi ben sa che genere di notizie e commenti gli verranno forniti. E, tanto per sottolinearlo, sia quelli di allora che questi di ora sono mezzi economicamente in perdita che sopravvivono solo perché tenuti surrettiziamente a galla dagli editori. E non certo perché ci siano chissà quanti cittadini interessati a condividerne gli obiettivi che, comprandoli, gli permettano di essere economicamente autosufficienti.

Beh, più che qualche riflessione profonda al momento ho solo fatto esercizio di buon senso. Forse. Dico forse perchè sembra che per molti sia difficile non farsi travolgere dalle passioni, dalle simpatie o dalle antipatie quando si parla di politica.

Ma andiamo avanti con i miei pensieri.

Dopo aver rifiutato lo stereotipo dell’italiano teledipendente e televotante, nonchè quello del santo di sinistra e diavolo di destra – o viceversa – proviamo a dare uno sguardo alla politica attuale.

Iniziamo dalla destra – butto via le dizioni centro, sono solo un retaggio della transizione dalla prima alla seconda repubblica.

In Italia la destra era mascherata da centro con la DC. Poi la DC s’è dissolta e Berlusconi è riuscito a sostituirla con FI ed i due alleati AN e Lega, per poi tirar fuori dal cilindro – pardon, dal predellino il PdL. Cos’è il PdL? Spiacerà ad alcuni, ma altro non è che la corte del principe. Movimento, non partito, dove il capo non sbaglia mai. Si teneva insieme per l’ardito programma elettorale che voleva scardinare le corporazioni, alleggerire lo stato, rendere accettabili i tempi della giustizia. Qualche anno è passato, nulla è stato fatto – e l’undici Settembre una volta, la guerra di quà e di là un’altra volta, la crisi poi… Movimento, non partito… Che dialettica vuoi avere in un movimento dove il capo ha sempre ragione? Ecco che se il PdL perde tempo sui problemi di Berlusconi, chi vuole sopravvivere al principe si pone fuori e prova a seguire la strada di quel programma pieno di belle intenzioni.

E poi c’è la sinistra.

Pure questi, dico io. Sono anni che cercano l’equilibrio tra l’antiberlusconismo e la necessità di D’Alema di eliminare chiunque tenti di intaccare il suo potere nel partito. Alla fine sono sempre le stesse persone che, di sconfitta in sconfitta, non fanno altro che mettere in risalto le incongruenze della vita privata di Berlusconi o il suo conflitto di interessi. Dopo una decina d’anni di sconfitte elettorali potrebbe essere il caso di rendersi conto che la strategia va cambiata? L’ha detto loro pure Blair – che abbattè i ben più solidi conservatori della Thatcher – smettetela di seguire gli scandali e fate proposte politiche serie e credibili!

Potremmo dire con una citazione: nulla di nuovo sul fronte occidentale!

Ma perchè allora in tutti questi anni di rissa politica Berlusconi vince le elezioni e la sinistra no?

Tante le spiegazioni che sento: B. parla alla pancia dell’elettore, la sinistra alla testa e l’elettore vota di pancia! B. rappresenta quello che l’italiano vorrebbe essere: ricco, pieno di donne, ecc e quindi lo votano tutti! Promette di tagliare le tasse prima delle elezioni e tutti gli credono ripetutamente! E’ il messia, l’unto del signore, il leader, ecc!

Io invece la penso più come Blair.

Viviamo in un mondo che cambia ed i cambiamenti spaventano. Fin’ora, a torto o a ragione, la destra si è sempre proposta come una forza che vuole governare i cambiamenti. Mentre la sinistra li ha sempre prospettati come ineluttabili. E, di fronte all’alternativa, il cittadino vota per chi gli da anche solo l’illusione di salvare il suo piccolo mondo!

L’esempio più semplice è quello dell’immigrazione clandestina.

A torto o a ragione i leader della sinistra hanno sempre detto quanto fosse impossibile sigillare le nostre frontiere. E come fosse impossibile arginare la massa di migranti verso l’opulenta Europa. Parole belle e nobili. Ma quanti voti ha preso la destra affermando che i flussi migratori vanno arginati e bloccati? Avrà cavalcato la paura? Non proprio. Ha dato la prospettiva, o l’illusione – dipende dai punti di vista – di governare un cambiamento. E finchè sarà la destra l’unica che continuerà a dare questi messaggi, la maggioranza degli italiani la voterà – con o senza Berlusconi.

Ma questo è il mio pensiero. E, non essendo un politologo o una delle menti brillanti della nostra intellighenzia, sicuramente sarà sbagliato!

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