Skip to content

La principessa di ghiaccio

Il filone svedese mi incuriosisce, sia per le ambientazioni “glaciali”, sia per la tendenza a mettere in mostra l’ipocrisia della società modello del welfare. Il romanzo è pieno di buoni spunti, alcuni sviluppati meglio, altri peggio. Belli i siparietti tra le incertezze personali dei protagonisti e le maschere pubbliche o di circostanza che indossano.
Come prevedibile mi sono trovato in difficoltà con i nomi nordici, soprattutto per identificare i personaggi. Sono grato all’autrice per non aver seguito Larson nella sua deriva per i nomi delle vie. In Uomini che odiano le donne li saltavo a piè pari. Resta invece la mania di citare la marca di ogni oggetto. Mah…
Una chicca sulle diverse abitudini tra i latini ed i nordici la voglio citare. La frase diceva: volendo abbagliare un uomo con le proprie doti culinarie, la panna ed il burro sono ingredienti irrinunciabili. In Svezia sicuramente. Quì lo stendi un uomo con una cucina così pesante 🙂
Il libro mi è piaciuto, anche se per essere un giallo era un po’ debolino. Quasi sempre il lettore si trova un passo avanti all’investigatore. Però si legge bene e non è poco.