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La SIAE vaneggia

Alcune persone non brillano per acume. Dopo il Ministro Franceschini – o chi per lui gestisce il suo profilo Twitter – è la SIAE stessa a dimostrarci come quello guidato da Gino Paoli sia un carrozzone degno solo di essere smantellato. Probabilmente completamente avulsi – al pari di Franceschini – dalla realtà anche costoro avevano pensato che un ulteriore innalzamento della tassazione sarebbe stato assorbito dalle aziende a proprio unico discapito. Sul loro sito oggi campeggia questo comunicato stampa: siae_doganaLa cosa divertente è che, vendendo Apple direttamente i propri dispositivi, il margine di guadagno e le spese fisse di commercializzazione restano più o meno quelle. Quello che cambia maggiormente da paese a paese è il regime di tassazione. Tant’evvero che chi comprasse un iPhone all’estero dovrebbe dichiararlo in dogana per pagare il sovrappiù di tasse. Ne consegue che SIAE si sta ripromettendo di evadere le imposte doganali italiane! E’ ovvio che il termine utilizzato si riserva va’ inteso come: la stò sparando grossa perché non so come giustificarmi. Resta comunque la dimostrazione della totale inadeguatezza di SIAE a rappresentare un mondo a cui sta procurando solo danni – ricordo di sfuggita come SIAE spenda molti soldi per combattere la pirateria informatica in un mondo che ormai usufruisce dei contenuti in streaming o come il concetto di copia privata sia ormai obsoleto e non rispecchi più l’utilizzo che si fa dei moderni dispositivi di memorizzazione.