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L’agonia del gruppo

Nell’agonizzante gruppo facebook del quartiere ferve una strana discussione. Una sorta di auto analisi volta a tentare di comprendere perché, su un capitale di seicento iscritti, siano solo una decina quelli attivi. E del perché molti di coloro che lo animavano in passato – marginalmente anche il sottoscritto – non lo frequentino più.

Molto strana questa discussione che vede protagonisti gli amministratori del gruppo. O come sono stati ribattezzati da tempo nel gruppo stesso, gli admini.

Il gruppo era stato in passato un ottimo mix di varie componenti. Il cazzeggio più spinto – ho scoperto lì I Soliti Idioti, father and son. I buongiorno mattutini. Gli aperitivi giardinieri. Gli avvisi di traffico e intoppi sulla viabilità – quante volte m’è capitato di postare traffico sull’Ostiense, incidente sulla Colombo. Richieste di consigli. Informazioni sul quartiere, sul Consorzio, sul CdQ.

Poi sono accadute due cose.

Come spesso accade le persone si conoscono e si frequentano. E’ facile andare d’amore e d’accordo dietro la tastiera di un computer. Meno nella vita reale. Alcune fratture si sono quindi riverberate anche nello spazio virtuale del gruppo.

Poi ci sono state le zuffe. Oltre ai rapporti interpersonali che si erano guastati – e quindi alle punzecchiature nei commenti o alle polemiche magari pretestuose – sicuramente l’irrompere dei problemi del quartiere e la maggiore coscienza degli stessi ha scaldato gli animi. Memorabile il tentativo di Onori e della Ciciarello, dopo aver sostenuto l’elezione di Jannino alla Presidenza del CdQ, di difenderlo quando venne fuori che era uno dei firmatari della vergognosa petizione contro l’edicola promossa da Pacassoni. Ognuno espresse la propria opinione e non sempre colpì in punta di fioretto.

E così a poco a poco è scesa la censura sul gruppo. Gli admini hanno iniziato ad intervenire cancellando post o minacciando di farlo. Risultato? Utenti che hanno smesso di scrivere sul gruppo. Utenti che lo hanno lasciato. Fiorire di altri gruppi, dove la libertà di espressione non viene repressa. Fiorire di gruppi “specchietto per le allodole”, vedi quello del CdQ dove se poni una domanda scomoda – per esempio sul perché la lettera di Jannino ad Olive non viene resa pubblica – nessuno ti risponde, gruppi che servono allora solo a fare da inutile contenitore dove indirizzarvi dal gruppo di quartiere discussioni reputate scomode.

E adesso, anziché semplicemente prendere atto del vero motivo per cui il gruppo si è inaridito, si cavilla se sia colpa dei post sulla neve, se sia colpa delle foto delle feste, se sia colpa dei buongiorno o dell’aver iscritto persone che non abitano nel quartiere.

No. Quando il gruppo era vivo tutto questo c’era e non creava problemi. Perché c’era anche la libertà di discutere di tutto il resto. E di continuare a farlo ancora ed ancora. E se la discussione non interessava, nessuno era certo costretto a seguirla. Il gruppo è morto da quando gli utenti si sono visti trattati come bambini che possono o non possono fare o dire qualcosa. Anziché bloccare le discussioni solo quando effettivamente si fosse scaduti nell’insulto, gli admini hanno preferito anestetizzare tutti i post utili alla vita del quartiere riducendoli a meri cartelli pubblicitari: abbiamo dato spazio alla notizia, pregasi non commentare. E con i commenti se ne sono andati via anche i partecipanti alla vita del gruppo.

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