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L’errore di Amazon

Questa domenica mattina mi sono divertito a partecipare ad una iniziativa nata per caso da una segnalazione sulla pagina Facebook di Saggiamente. Un computer all-in-one Asus che da 499 euro di prezzo pieno veniva scontato a soli 26 euro. Con tanto di voce che ventilava un 95% di risparmio.

Asus_Amazon


L’articolo veniva dato come non ancora disponibile ed era palese fosse un errore. Ne ho ordinato comunque uno, curioso di vedere come sarebbe andata a finire la storia. Ho anche condiviso sulla mia bacheca l’annuncio di Saggiamente, dando lo spunto per una veloce discussione. Sarà una caparra? No, non c’è scritto e fatto l’ordine, si parla anche nella mail di conferma spedita da Amazon di prezzo finale. E se ti arriva e Amazon dice che è un errore? A parte che al momento non è disponibile, alla peggio lo dai indietro e ti riprendi i 30 euro. Mi ha anche telefonato un amico: mi fai il favore di ordinarmene uno, chè al momento non posso farlo io?

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Ovviamente, Amazon sommersa di ordini farlocchi a metà mattinata annullava tutto proprio perché il prezzo era errato. Anzi, riproponeva l’all-in-one addirittura ad un prezzo superiore di quello precedente: 646 euro!
Cosa ci insegna tutto questo? Che una multinazionale come Amazon dovrebbe spendere più tempo, più risorse – soldi ed uomini in parole povere – a gestire l’infrastruttura stessa che le da da vivere. Se errori di questo genere si ripetessero spesso, la credibilità di Amazon ne soffrirebbe. E sarebbe un vero peccato, visto l’ottimo servizio che, nella mia esperienza, ha finora fornito dal suo arrivo in Italia.

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