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Leviathan – Il risveglio

Dopo aver visto la prima stagione di The Expanse, serie televisiva prodotta da Netflix, ho voluto leggere il romanzo da cui era stata tratta. Innanzitutto debbo dire che – fatto salvo tutta una serie di modifiche alla trama apportate della serie – nella parte del libro che si sovrappone a The Expanse ho trovato poco più di quanto non avessi già visto nel prodotto televisivo. E questo non dovrebbe essere un bene, visto che da un libro mi aspetterei personaggi più approfonditi e trame più complesse. O forse è solo un complimento alla serie, molto ben fatta. Per fortuna il romanzo prosegue ben oltre il finale della serie televisiva permettendo alla storia di svolgersi in maniera più completa.

Riassumendo brevemente, nell’universo narrativo immaginato dagli autori – perché James S. A. Corey è lo pseudonimo per Daniel Abraham e Ty Franck – l’uomo ha mosso solo i primi passi nella colonizzazione del cosmo. Luna, Marte e la fascia di asteroidi. Poco più. Pianeti e planetoidi vengono realisticamente raggiunti tramite motori a propulsione nucleare capaci di accelerare le navi, con i loro equipaggi, di svariati G. Gli uomini sopravvivono grazie ad un composto da iniettare in vena che impedisce di venire uccisi dalle spaventose accelerazioni. E comunque debbono rassegnarsi alla fisica che governa per davvero il nostro universo e quindi passare taaaaanto tempo in viaggio per coprire le enormi distanze.

E poi ad appassionare ci sono le differenze culturali, ma anche fisiche, tra i poli in cui si è divisa l’umanità. I terrestri che vivono in un mondo che ormai sopravvive a se stesso. I marziani ancora capaci di sognare un futuro migliore. E soprattutto i cinturiani, gli abitanti della fascia di asteroidi appunto, che in poche generazioni hanno sviluppato un fisico alto e sottile in risposta alla bassa gravità. Che sono terrorizzati dagli spazi aperti e dall’immaginare un cielo infinito. Che hanno sviluppato tratti sociali e culturali che li hanno resi ancora più distaccati dai terrestri nel loro aspetto fisico. Che hanno sviluppato una loro lingua, sostenuta da una gestualità delle mani derivata dalla necessità di comunicare attraverso le goffe tute spaziali. Si usano le mani per scrollare le spalle, annuire, proferire diniego o sorpresa.

La trama del libro supera di gran lunga quella raccontata nei dieci capitoli della serie televisiva ed ammetto che riserva sorprese e colpi di scena. E’ una space opera ben calibrata con una trama che avvince. I personaggi non saranno forse troppo complessi ed alcune situazioni si prestano ad un finale prevedibile. Ma il libro si legge veramente bene e regala buone soddisfazioni agli amanti del genere.