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Liquidazioni che non si possono fare

Dove vivo io è un Consorzio privato che sta cedendo man mano i suoi lotti funzionali al Comune di Roma. Per chi non lo sapesse col termine “lotti funzionali” si intendono le opere di urbanizzazione (strade, illuminazione, verde, ecc). Tutto come previsto dallo Statuto del Consorzio stesso, sebbene i tempi necessari per portare a termine il Consorzio si siano rivelati molto più lunghi di quelli che ci si sarebbe attesi. C’è un Consiglio di Amministrazione ed un Presidente a governare questo Consorzio di Gestione. Costoro hanno convocato per Giugno l’annuale Assemblea Consortile con un novità: han pensato bene di proporre la liquidazione del Consorzio sebbene da Statuto NON possano farlo. Non possono farlo semplicemente perché l’ultima opera di urbanizzazione, il verde pubblico, non è stata ancora consegnata al Comune di Roma. Per consegnarla si debbono eseguire dei lavori di manutenzione, i soldi in cassa son pochi (esistono molte morosità e i vari CdA susseguitisi nel tempo sotto lo stesso Presidente non sono mai riusciti a risolvere il problema) e questo Consiglio di Amministrazione non pensa di riuscire ad eseguirli in breve tempo. E, nella relazione che Presidente e CdA hanno preparato, lo spiegano nei dettagli. Poi però dicono che, visto che quasi tutto l’hanno consegnato, allora si può procedere con la liquidazione.

Trovo antropologicamente interessante osservare come chi dovrebbe conoscere, per il ruolo ricoperto, le regole meglio di tanti altri proponga di violare o ignorare tali regole.

Proponendo non solo qualcosa che verrebbe annullata subito dopo (basterebbe che un solo consorziato impugnasse il verbale dell’Assemblea entro trenta giorni) ma proponendo anche di far spendere a vuoto dei soldi per un notaio (che dovrebbe redigere il verbale per la nomina del commissario liquidatore). Ovviamente la cosa non avrà seguito. Con altri consorziati stiamo spiegando in giro l’assurdità della proposta per farla respingere. E alla peggio, come accennato, il verbale verrà impugnato. Nonostante questo continuo a chiedermi il perché di una mossa palesemente votata al fallimento e che getta pesanti dubbi sulle capacità gestionali di chi l’ha avanzata.

Se siete interessati proseguite nella lettura e troverete i dettagli. Se non lo siete, magari dategli comunque una letta veloce. E’ uno spaccato dell’arte di “interpretare” regole e regolamenti che contraddistingue molti nostri concittadini.

L’articolo originale è pubblicato qui a nome dell’Associazione Culturale Bona Fides. E’ un’associazione culturale che ho contribuito a fondare il cui fine è promuovere la cultura della legalità nel quartiere dove vivo.

 

In questi giorni il Consorzio di Gestione Giardino di Roma ha inviato ai vari amministratori di condominio le convocazioni per l’Assemblea Consortile, indetta per il 9 Maggio 2016 (link qui). Per la precisione nella giornata del 9 Maggio sono state convocate due assemblee. La prima, alle ore 16,30, è un’Assemblea Straordinaria con un solo punto all’ordine del giorno:

Liquidazione del Consorzio di Gestione Giardino di Roma per raggiungimento degli scopi sociali con nomina del liquidatore (per tale punto è necessaria la presenza di un notaio per redigere il relativo verbale)

Alle 17,30 poi è convocata un’Assemblea Ordinaria con i classici punti inerenti approvazione dei bilanci, ecc.

Tutti i consorziati possono richiedere copia dei documenti: bilancio consuntivo, bilancio preventivo e relazione del Presidente (per quest’ultima link qui) al proprio amministratore. Dato che, come tutti sanno, saranno gli amministratori (o chi da loro delegato) a rappresentare i consorziati di ogni condominio nelle assemblee consortili, verranno certamente tenute delle assemblee condominiali prima del 9 Maggio per avallare l’approvazione dei bilanci e per decidere che atteggiamento tenere di fronte alla proposta del Presidente Orlandi di liquidare il Consorzio.

Sorge un problema:

 l’opera di urbanizzazione “Verde Pubblico” non è stata a tutt’oggi ancora consegnata al Comune di Roma, per cui in virtù dell’articolo 4 dello Statuto consortile (il consorzio di gestione “Giardino di Roma” dura a tempo indeterminato fino al raggiungimento di TUTTI gli scopi) il Consorzio NON PUO’ essere messo in liquidazione

Approfondiamo la questione.

Come accennato lo Statuto (link qui) all’articolo 4 recita:

Il Consorzio ha durata indeterminata fino all’esaurimento di tutti gli scopi di cui al precedente capitolo, constatato con deliberazione della assemblea, la quale designerà un liquidatore come mandatario collettivo di tutti i consorziati per la definizione di tutti i rapporti ancora in corso.

Il precedente capitolo a cui si fa riferimento è l’articolo 3, che a sua volta recita:

Il Consorzio ha per scopi:

1) l’adempimento in forma organica di tutte le obbligazioni solidali assunte verso il Comune e verso gli altri enti interessati con la convenzione urbanistica e con le convenzioni accessorie, ad esclusione della esecuzione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria, per pubblici servizi, per quanto riguarda la manutenzione ordinaria e straordinaria di esse, con ogni eventuale rifacimento e riparazione, a partire dalla progressiva ultimazione di ciascuna , di parte di esse e fino alla loro consegna al Comune e agli altri enti;

2) la custodia, la gestione e l’esercizio di tutte le opere stesse e di ogni impianto realizzato come sopra, compreso quello di depurazione e delle acque di scarico, a partire dalla entrata in funzione di ciascuno o di parte di essi e fino all’assunzione delle stesse funzioni da parte del Comune e degli altri enti preposti;

3) l’esercizio anche giudiziale, in virtù di mandato organico conferito con la partecipazione al Consorzio, di tutti i diritti di regresso spettanti ai consorziati verso i proprietari non consorziati in dipendenza dell’adempimento delle obbligazioni solidali ed a carattere reale derivanti dalla proprietà e comunque della utile gestione svolta.

Quindi, come per gli altri lotti funzionali già consegnati (rete fognaria, depurazione acque reflue, illuminazione stradale, rete stradale) serve un verbale di consegna e presa in carico da parte del Comune di Roma per poter dichiarare di aver ottemperato alle richieste dello Statuto.

Leggiamo nella relazione del CdA inviata agli amministratori come, a causa delle morosità, il Consorzio non sia stato in grado finora di effettuare le opere di ripristino richieste dal Comune per poter poi effettuare la consegna del Verde Pubblico

…mancanza delle necessarie e dovute manutenzioni ordinarie e straordinarie del Verde Pubblico in quanto il 50% circa dei consorziati aderenti non rispetta i propri impegni presi con l’atto di acquisto del proprio immobile…

ed ancora:

Pertanto solo recuperando quota-parte delle morosità arretrate il Consorzio sarà in grado di eseguire e realizzare tutte le criticità e le discordanze elencate dal Municipio X per poter consegnare il Verde Pubblico al Comune di Roma.

Subito dopo aver certificato che il Verde non è stato ancora consegnato, ed avendo aggiunto che il CdA non prevede di avere a breve le risorse finanziarie per far si che la consegna sia imminente, la relazione prosegue:

Per quanto sopra esposto e considerando che il Consorzio ha sostanzialmente raggiunto gli scopi sociali in quanto deve consegnare al Comune di Roma soltanto l’ultima opera di urbanizzazione: “Verde Pubblico”, si può mettere in liquidazione, nominando un liquidatore per la residua incombenza costituita dalla consegna del verde pubblico

La relazione poi dettaglia sia le criticità del lotto “Verde Pubblico” che il Municipio X ha evidenziato nell’ultimo sopralluogo1) Staccionate che dal 2003/2009 ad oggi sono marcite e si dovrebbero rifare;

1) Giochi per bambini che dal 2003/2009 ad oggi sono diventati obsoleti con molti pezzi darinnovare;

2) Panchine e cestini che dal 2003/2009 ad oggi sono stati rubate ed i cestini distrutti;

3) Qualche pianta che nel frattempo si è seccata e/o è stata tagliata;

4) Pavimentazione betonelle sconnessa in alcuni punti;

5) Potatura di alcune essenze arboree.

sia la strategia che il Presidente Orlandi ha individuato per “costringere” il Comune di Roma ad accettare il nostro Verde Pubblico.

Nulla da ridire sulla volontà e sulle strategie che il Consiglio di Amministrazione ha pianificato per ottemperare agli scopi sociali del Consorzio (la consegna delle opere di urbanizzazione).

Quello che riteniamo inaccettabile è la proposta di operare in completa e consapevole violazione dello Statuto consortile. La definizione ricorrente nella relazione, l’aver sostanzialmente raggiunto gli scopi, è assolutamente incompatibile con l’articolo 4 dello Statuto che vuole il completamento di TUTTI gli scopi, non della maggior parte di essi.

 Invitiamo per questa ragione tutti i consorziati a contattare i propri amministratori di condominio affinché richiedano chiarimenti al Consorzio su questa grave e palese incongruenza. Ed invitiamo altresì tutti i consorziati a deliberare nelle proprie assemblee di condominio un voto contrario alla liquidazione del Consorzio nella Assemblea Straordinaria convocata per il 9 Maggio 2016