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L’ottavo arcano

Sembra che il precedente libro della Mosse , I codici del Labirinto, sia stato un buon successo. Leggo anche sulla quarta di copertina la recensione di Lucarelli che indica l’autrice come degna erede di Dan Brown. Già da questo avrei dovuto dedurre due cose. Primo: sarebbe stato preferibile leggere l’altro libro. Secondo: come per Dan Brown l’idea buona è solo una. Inutile insistere per trovarne un’altra.
A queste prime considerazioni ne aggiungo una terza: gli autori scrivono troppe recensioni di altri libri forse non leggendoli nemmeno. Tanto se il libro non ha successo nessuno se ne accorge. Se invece di successo ne ha, anche tu godi di un po’ di pubblicità riflessa.
E ora passiamo al perchè non mi è piaciuto L’ottavo arcano.

E’ un libro troppo prolisso per la trama semplice e prevedibile che vi si dipana. E’ più che altro una guida turistica di Carcassonne e del Midì francese. L’autrice, inglese, vi passa metà anno con la famiglia e questo mi spiega il perchè. Ma non giustifica le pagine sprecate per diluire la debole trama pur di girovagare in qualche cittadina in più.

Carina l’idea di una storia su due piani temporali. Spunto che purtroppo si infrange sulla solita trama labile e sui mistici poteri di un mazzo di tarocchi. Non amo il surreale, se non forse nei racconti di Lovecraft