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L’ultimo uomo sulla Luna

Ieri sera sono stato ad una emozionante conferenza al Planetario dell’EUR. L’incontro con l’astronauta dell’Apollo 17, Harrison Schmitt.

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La conferenza era in inglese, quindi mi son perso qualcosa essendo un po’ arruginito nel listening. Comunque ero molto emozionato. E molto felice di esserci.

Schmitt ha 74 anni e nel 1972 ha partecipato alla missione Apollo 17 (7-19 Dicembre). Geologo, è stato selezionato perchè gli scienziati della NASA insistettero per avere un astronauta-scienziato nell’equipaggio, anzichè solo piloti.

Apollo 17 atterrò nella valle del cratere Taurus-Littrow e percorsero 34 km col rover raccogliendo minerali.

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Fu lui a scattare la foto sopra, The Blue Marble, divenuta l’immagine più richiesta della Terra vista dallo spazio.

Durante la conferenza, tenutasi nella sala del planetario1, ha commentato varie immagini raccontandoci vari aneddoti e curiosità sulla missione. Dopo domande libere da parte del pubblico.

M’ha colpito il racconto della diversità di percezione dell’esterno tra le due facce della Luna. Un cielo stellato sulla faccia oscura. Un cielo nero come la pece sulla faccia illuminata.

Molte le domande “emozionali”. C’ha spiegato che il tempo come noi lo viviamo quì nella vita normale, in quelle situazioni è allineato alle crono-tabelle che dettano le attività. Ti svegli, fai quello che è programmato fino al momento di andare a dormire. Non hai momenti per riflettere sul senso della vita o per pensare alla paura. Sei stato addestrato per tre anni e fai quello che devi, fiducioso che tutto andrà per il meglio.

Niente autografi alla fine della conferenza. Schmitt non ne ha mai fatti. Qualche foto si.

- Note all'articolo
  1. quasi quasi m’addormentavo sulle poltrone reclinate 🙂 []
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