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Lytro Camera

Avevo parlato in un precedente post di Lytro, una startup della Sylicon Valley, che proponeva una nuova tecnologia per permettere di scattare delle foto e di modificare in post produzione il focus dell’immagine.

Nonostante qualche perplessità – condividerete che una tale tecnologia sarebbe una bella rivoluzione nel mondo della fotografia – sembra che l’azienda abbia finalmente sfornato il primo modello di fotocamera.

La fotocamera sarà a breve in commercio in tre modelli, dal design molto diverso dalla classica forma mutuata dalle reflex o dalle compatte. Avrà solo due pulsanti, accensione e scatto.

Le prime impressioni su Lytro raccolte in rete sono contrastanti. La foggia del device può piacere o meno, di sicuro è una chiara indicazione del tentativo di realizzare un’esperienza diversa da quella della fotografia tradizionale: l’azienda parla per l’appunto di fotografia 3.0. Prova ne sia anche la scelta di scattare foto con rapporto di proporzione 1:1 (quadrate), e di tentare di semplificare al massimo l’utilizzo della fotocamera: si schiaccia un bottone e si accende, se ne schiaccia un’altro e si scatta la foto, lo zoom è una ghiera touch che copre un intervallo 8x. Il corpo di alluminio è disponibile in 3 colori (azzurro e grigio per la versione da 8GB che contiene fino a 350 foto, rossa quella da 16GB per 750 scatti), niente batteria intercambiabile o attacchi per accessori aggiuntivi: l’unico ingresso I/O è una porta USB, che svolge sia la funzione di ricarica (400 scatti circa per ciclo) che di via d’uscita per scaricare le proprie immagini sul computer.

Anzi, sarebbe meglio dire sul Mac: Lytro ha scelto di iniziare con un software disponibile solo per computer Apple (la versione Windows sarà rilasciata in seguito). L’ambiente di post-produzione si avvia automaticamente dalla fotocamera appena viene collegata al computer: le foto possono essere spostate sul proprio disco rigido o archiviate sui server Lytro (spazio illimitato). L’idea è quella di semplificare al massimo la curva di apprendimento per l’utilizzo: non c’è da mettere a fuoco, si scatta in un istante, ci si collega al Mac e si riguarda o si condivide.

Lo stretto connubbio tra Lytro e Mac si riverbera inevitabilmente nell’idea dell’esperienza utente proposta: le gesture per scegliere l’esposizione, rivedere le foto, scorrere tra di esse, sono mutuate quasi identiche dal paradigma di utilizzo di iPad o iPhone. Lo chassis d’alluminio, i comandi, il minimalismo, sono il marchio di fabbrica di Apple. La stessa idea di offrire un workflow unico integrato, nessuna espandibilità (come iPod), quasi un ecosistema chiuso da cui escono solo le immagini finite, è una sorta di riproposizione in chiave fotografica dell’ecosistema OSX-iOS. Potrà essere o meno vincente tra il pubblico, ma è un tentativo di non lasciare punti deboli nella catena di fruizione.

Dubbi in rete sono sorti sulla qualità delle foto. Schermo piccolo, niente flash (il sito afferma che non sia necessario vista l’elevata capacità di catturare la luce), nessuna stabilizzazione anti-tremore. Nessuna possibilità di fare confronti sul numero di megapixel. Lytro dichiara di avere un sensore da 11 milioni di raggi luce. Niente possibilità di girare clip ed una forma scomoda da portare in tasca.

Insomma si dovrà aspettare che i primi acquirenti la sfruttino a fondo prima di capire se di rivoluzione si tratta!

[Update]

A questo link la presentazione ufficiale alla manifestazione AsiaD di Hong Kong

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