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M5S e la dura realtà

Passata la sbornia post elettorale si apre per il Movimento 5 Stelle il duro confronto con la realtà.
Grillo ha avuto vita facile in campagna elettorale.
Mentre PD e PdL occupavano le tv parlandosi addosso dopo un anno di assoluta stasi in parlamento, dopo non aver voluto modificare la legge elettorale, dopo aver attinto a mani basse dai rimborsi elettorali, Grillo batteva le piazze italiane raccogliendo un successo ben superiore alle sue più rosee aspettative.
Troppo successo!

Sembrerà paradossale ma adesso il M5S è in seria difficoltà a gestire il ruolo chiave che deve ricoprire nella prossima legislatura.
Napolitano non può sciogliere le camere, quindi di nuove elezioni non se ne parla.
Gli eletti del M5S non conoscono nè la Costituzione della Repubblica nè i regolamenti di Camera e Senato. Le figuracce di questi giorni fanno capire il perché dell’ossessione del movimento a non rilasciare interviste. Devono studiare! Per fortuna hanno un po’ di tempo per farlo…
Il programma che hanno portato avanti, al di là dei sacrosanti tagli ai costi della politica, è inapplicabile. Senza dilungarmi basta soppesare la questione dell’inceneritore di Parma. Pizzarotti è stato eletto promettendo che non sarebbe stato avviato. E invece la complessità della realtà ha piegato i confusi proclami del M5S.
Sul piano economico se la decrescita felice predicata da Grillo fosse veramente così felice, non si capisce perché mai in Zimbabwe non si considerino in paradiso!!! E comunque in decrescita ci siamo già. Tecnicamente la chiamano recessione e non vedo tutte queste persone felici in giro…

Serve tempo. In parlamento la creazione dei gruppi parlamentari e l’elezione dei capogruppo creerà centri di potere e di opinione diversi dall’attuale Grillo/Casaleggio.
L’elezione dei Presidenti di Camera e Senato ed il confronto per la formazione di un governo faranno fare un ulteriore salto di qualità ai nuovi parlamentari.
Perché non c’è nulla di peggio di avere la possibilità di agire per modificare – si spera in meglio – il proprio paese e invece restare fermi a guardar scorrere gli eventi come vorrebbe Grillo. Il “ci limiteremo a votare solo i provvedimenti che approviamo” comporta questo rischio. E l’ansia di iniziare a sforbiciare i privilegi della casta costringerà i grillini ad agire in qualche modo.
E comunque un governo ancora c’è. Monti non si è mai dimesso. Non è legittimato dal voto? La Costituzione non prevede sia una problema. Prima e Seconda Repubblica in Italia si sono differenziate solo per la legge elettorale, ma non per diverse costituzioni. E per quarant’anni i governi sono nati in parlamento. Finché nessuno lo sfiducia, o finché non verrà data la fiducia ad un nuovo governo, magari anch’esso di minoranza, Monti resterà un governo legittimato a gestire la cosa pubblica.
E loro? Che faranno i grillini in parlamento una volta diventati grandi ed essersi emancipati dalla balia Grillo/Casaleggio?!? Si aprono mesi interessanti. La gestione della Terza Repubblica rischia solo di essere più lunga di quella della Seconda. Speriamo solo di non farci troppo male con questo parlamento così frazionato.

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