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Mafia Capitale: come risolvere il problema?

Romanzo Criminale, il libro di Giancarlo De Cataldo che racconta romanzandola la storia dei boss della Banda della Magliana.

Mafia Capitale, la recente inchiesta che sta terremotando il Comune di Roma.

 

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Stesse storie, stessi personaggi. Ieri come oggi. Il Nero della Banda della Magliana è Carminati, lo stesso Nero, lo stesso Carminati che spiega al suo sodale la teoria del Mondo di Mezzo:

Ci sono i vivi sopra e i morti sotto e noi in mezzo. C’è un mondo in cui tutti si incontrano, il mondo di mezzo è quello dove è anche possibile che io mi trovi a cena con un politico…

Stessi metodi oggi come allora: violenza privata, corruzione, poche le azioni che finiscano sui giornali così da non attirare l’attenzione, sfruttamento della politica per i propri interessi.

Carminati è un fascista, uno che nella sua vita è stato anche un terrorista. Per chi ha vissuto gli anni di piombo a Roma, non dovrebbe essere proprio uno sconosciuto. Ma ad AnnoUno Storace, che di quell’area è un leader, ha affermato di non sapere nemmeno chi fosse.

Matteo Calvio è un grillino. Di Maio si affanna sui social network a ribadire che non sappia chi sia e che non ricopra alcun ruolo nel movimento.

Possibile? Si, possibile. Credibile? Si, credibile. Cosa ci dimostra tutto ciò? E come possiamo risolvere un problema (sia a livello nazionale che locale) che si ripresenta incessantemente?

Il ripetersi di scandali e corruttele ci dimostra che la nostra classe politica, maggioranza e soprattutto opposizione, è inefficace. Inefficace nel conoscere il territorio, i suoi problemi, i suoi pregi ed i suoi difetti. Ci sono due cose da fare per sciogliere il nodo gorgiano che ha permesso agli stessi personaggi di ripercorrere un sentiero già battuto.

Vendita delle municipalizzate.  E’ inutile, assolutamente inutile, perseverare nel voler far gestire dallo Stato, nazionale o locale, delle aziende. Non solo il cittadino non gode di servizi adeguati, ma i ripetuti scandali dimostrano come sia addirittura dannoso. Come non basta alzare una saracinesca per diventare un commerciante, così non basta mettere sulle strade degli autobus per fornire un valido servizio di trasporto alla popolazione. E’ più quello che ci rimettiamo tra ruberie e mancati servizi di quello che eventualmente risparmieremmo rispetto ad una gestione privata. Quindi vendere tutto: ACEA, AMA, ATAC e quant’altro. Avete ancora dei dubbi? Allora leggete per esempio questo documento su come ATAC potrebbe risparmiare soldi ed essere più efficiente…

Una legge elettorale uninominale con collegi piccoli  (con obbligo per chi vuole essere rieletto di ripresentarsi nello stesso collegio). Visto che il problema è lo scollamento tra politica e cittadini, azzeriamo questa distanza. I collegi piccoli permettono ai candidati di conoscerne le problematiche ed i punti di forza e permette agli elettori di poter conoscere e seguire negli anni l’azione del LORO rappresentante. In più il doversi necessariamente ripresentare nello stesso collegio non solo lega il politico al territorio, ma responsabilizza gli elettori.

Come vedete, con due semplici operazioni potremmo da un lato permettere ai politici di concentrarsi sui problemi del territorio, togliendo loro la distrazione di dover comporre i consigli di amministrazione di aziende che quei problemi li aumentano più che risolverli. Dall’altro lato i Carminati ed i Calvio difficilmente resterebbero degli sconosciuti per i nostri politici. Perché nessuno, non uno dei partiti di maggioranza od opposizione, propone queste semplici soluzioni?