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Marrazzo ed i ticket

Oggi è entrata in vigore una nuova delibera della Regione Lazio che modifica il pagamento dei ticket. La regione Lazio ha un buco di bilancio nella propria sanità e deve risanarlo in tempi stretti. Per far ciò ha partorito una mostruosità che mette in mostra il totale disinteresse per la salute dei cittadini (ed anche la più profonda ignoranza nel campo medico) del commissario alla sanità della regione, che è poi il governatore della stessa: Marrazzo, ed ovviamente delle persone di cui s’è circondato per redigere tale delibera.

Ma andiamo con ordine e vediamo che dice il testo in questione. Intanto la popolazione è divisa in due. Chi gode di un’esenzione (patologia, invalidità, reddito) paga un ticket di 1 euro su ogni scatola di farmaco presente su una ricetta rosa. Chi non gode di esenzioni paga un ticket di 3 euro e mezzo sempre su ogni scatola. Praticamente molti farmaci converrà comprarli direttamente anzichè farseli passare dal sistema sanitario nazionale.

Ma non è proprio così per tutti i farmaci. Se in una classe terapeutica (inibitori di pompa, statine, calcio antagonisti, ecc) ci sono molecole non più coperte da brevetto , ecco allora che su queste molecole non è dovuto il ticket, mentre sulle restanti, ancora coperte da brevetto, si applica il ticket.

E lo scandalo stà proprio quì. Spesso e volentieri esistono differenze profonde di efficacia tra varie molecole presenti in una stessa classe. Normalmente le molecole più vecchie, quelle a cui è scaduto il brevetto, erano le capostipiti di alcune classi, ed erano e sono spesso le meno efficaci. Vedi il lansoprazolo tra gli inibitori di pompa, o la pravastatina tra le statine. Ed era anche questo il motivo per cui erano poco utilizzate già quando erano coperte da brevetto. Avendo a disposizione farmaci che facevano meglio il loro lavoro, i medici li utilizzavano preferibilmente, spesso trascurando queste molecole.

Ora avviene una rivoluzione copernicana. Invece di lasciare libero il medico di scegliere la terapia del paziente basandosi sulla scienza e sull’esperienza, lo si ingabbia in una situazione critica: se un paziente arriva e mi dice che non ce la fà a pagare 3 euro e 50 a scatola, che faccio? Gli dò un farmaco meno efficace e rischio di comprometterne la salute? Per citare esattamente il testo apparso sul sito della regione Lazio:

Ai medici di medicina generale spetterà il compito di guidare questo processo volto a riposizionare il consumo dei farmaci verso gli equivalenti o senza brevetto con l’obiettivo di far rientrare nei  limiti di legge la spesa farmaceutica laziale che solo nell’ultimo biennio ha dato segno di un rallentamento, consistente ma ancora  insufficiente.

I nostri politici sono veramente scandalosi, oltre che inetti. Gli sprechi nella sanità sono davanti agli occhi di tutti, nella mala gestione degli ospedali, dove lo spreco è spesso regola. E nel buco nero delle cliniche convenzionate, dove ogni tanto entra qualche inchiesta giudiziaria, uscendone con arresti a go go. E loro, i politici, che fanno? Invece di assumersi le proprie responsabilità ed aggredire il problema alla radice, invece di metterci la faccia e proporre soluzioni vere, delegano a terzi il compito. Fanno sì che i cittadini, infuriati magari per un’esborso economico non condiviso (anche perchè non pubblicizzato nè spiegato dalla Regione), abbiano di fronte come referente non la Regione, ma i medici di Medicina Generale.

Ancora dal sito della Regione Lazio:

“La misura  – spiega il vice presidente della Giunta regionale Esterino Montino –  applica in forma ridotta quanto richiesto espressamente dal Governo al punto 10 del decreto di commissariamento che prescriveva di adottare forme di compartecipazione per le prestazioni sanitarie. Noi abbiamo scelto una strada diversa riducendo l’impatto sui cittadini. La compartecipazione si applica infatti solo sui farmaci ancora sotto brevetto e l’esenzione riguarda il 50% della popolazione. Inoltre con questo provvedimento la Regione non limita la libertà prescrittiva dei medici ma anzi la valorizza”.

Ora qualcuno mi dovrebbe spiegare il significato dell’ultima frase, alla luce di quanto argomentato prima. Una limitazione della libertà prescrittiva dei medici esiste de facto, visto che si lega la cura dei pazienti alla spesa che questi ultimi debbono affrontare in farmacia. Ma chè, veramente questo egregio signor Montino pensa veramente le sciocchezze che dice? In che mani siamo finiti… 🙁

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