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Meno di zero

di Bret Easton Ellis

Intrigato dalla capacità narrativa di Bret Easton Ellis che mi aveva catturato in Lunar Park ho letto quella che è stata la sua prima opera, quella che l’ha fatto notare nell’ambito della letteratura americana. Meno di zero è un racconto lungo o un romanzo breve, fate voi… che si sofferma sulla gioventù dorata della California degli anni ’80. Ho utilizzato il termine “si sofferma” – ma forse avrei potuto utilizzare “descrive” allo stesso modo – perchè in effetti non abbiamo una vera storia, una vera trama, una struttura, un finale. Forse anche una morale. Ellis quindi descrive. Ma cosa? Ellis descrive il vuoto interiore, la noia di una generazione perduta. Completamente perduta. E senza possibilità di redenzione. Una generazione mangiata dai propri genitori che ricchi, vanesi, egoisti l’hanno abbandonata con le tasche piene di soldi al proprio destino. Sesso, alcool, droga sono le presenze costanti che scandiscono le giornate di un gruppo di ragazzi tra una festa e l’altra. Vite vuote vissute con apatia ed indifferenza, dove solo le azioni più atroci riescono a smuovere qualcosa nell’apatia generale.