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Monuments Men

monuments_menGuardando una puntata di Che Tempo Che Fa ho scoperto Monuments Men. Il libro non è un vero romanzo ma un collage di storie con vari protagonisti. Al di là delle difficoltà dell’autore nel rendere scorrevole la narrazione, al di là della frammentarietà della struttura narrativa, l’ho letto con molto interesse. La Seconda Guerra Mondiale è stata l’unico evento bellico dove sia stata attuata una sistematica razzia di opere d’arte. Oddio, in effetti Napoleone Bonaparte non ci andò leggero durante gli anni del suo impero. Ed il Louvre ancora conserva molti dei tesori che Napoleone fece includere nei trattati di pace con le nazioni che man mano sconfiggeva. Ma i nazisti avevano programmato le loro razzie addirittura prima della guerra ed avevano creato una struttura logistica per perpretarle man mano che il loro dominio si estendeva! E la Seconda Guerra Mondiale fu anche l’unico evento bellico dove – con tutti i limiti del caso – un esercito si sia dotato di una unità dedicata alla salvaguardia ed al recupero di questi tesori dell’umanità.

Ammetto che non avevo una reale idea di questo lato della storia. Lo shopping di Göring al Louvre, i sistematici saccheggi delle collezioni private degli ebrei, la distruzione dei tesori della cultura polacca.

Triste che mai più successivamente né l’esercito degli Stati Uniti, né alcun altro esercito si sia mai dotato di un’unità simile. Penso al destino toccato in sorte alla città imperiale di Huè in Vietnam. Occupata dai Viet Cong  durante l’Offensiva del Tet, fu quasi completamente distrutta dagli americani che la riconquistarono combattendo casa per casa. Kubrik ambientò lì il finale di un film di denuncia come Full Metal Jacket. Oppure penso al museo di Bagdad saccheggiato durante la seconda Guerra del Golfo, quando gli americani occuparono la capitale irachena.