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Non in mio nome

Scrive Igiaba Scego su Internazionale:

Oggi mi hanno dichiarato guerra. Decimando militarmente la redazione del giornale satirico Charlie Hebdo mi hanno dichiarato guerra. Hanno usato il nome di dio e del profeta per giustificare l’ingiustificabile. Da afroeuropea e da musulmana io non ci sto.

In molti hanno rivendicato la distanza dalle posizioni di Charlie Hebdo – una satira anche a mio parere becera, grossolana e scadente – pur condannando senza se e senza ma il terribile eccidio. Gli hashtag #NotInMyName e #JeSuisAhmed mettono in evidenza che esistono musulmani e musulmane laici, in conflitto o in accordo con i loro governi o le loro famiglie, praticanti, non praticanti e certo anche musulmani intransigenti, fondamentalisti.

Scrive Karim Metref in risposta a Igiaba:

Io con questa gente sono in guerra da trent’anni. Li affrontavo con i pugni all’epoca dell’università e con le parole e con le azioni da allora e fino a oggi. Sono trent’anni che li combatto e sono trent’anni che il sistema della Nato e i suoi alleati li sostengono regolarmente ogni dieci anni per fomentare una guerra di qua o di là.

E questo per non dimenticarci che noi occidentali siamo i primi a non voler trovare le soluzioni al caos mediorientale.

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