Skip to content

Obama

Ce l’abbiamo fatta! E’ finito il tormentone della campagna elettorale americana. Barack Obama ha vinto ed i Democratici sono tornati al potere.

La vera, ed unica, differenza con il periodo precedente (Bush senior-Clinton-W. Bush) è il cambio generazionale. E’ un po’ come quando John Kennedy vinse su Nixon. Quando un popolo vuole scrollarsi di dosso il passato per riprendere una marcia troppo a lungo interrotta, ha bisogno di leader nuovi e giovani. Gli Stati Uniti, al contrario dell’Italia, non hanno mai avuto paura a farlo. Per cui benvenuto Obama.

Personalmente non mi sono molto appassionato al tormentone delle elezioni. La cosa che mi ha fatto ridere in questo periodo è stata la mania di schierarsi che ha contagiato molti. Spesso le persone di sinistra si sono dichiarate pro-Obama e quelle di destra pro-Mc Cain. Il problema sfuggito a tutti è che i Democratici ed i Repubblicani statunitensi sono difficilmente assimilabili con i nostri partiti PD e PDL. Il sistema sociale ed economico statunitense è così profondamente diverso dal nostro che solo nella fantasia dei nostri politici possono esistere tali parallelismi.

Mi spiego con un esempio concreto di come difficilmente Obama potrebbe essere dichiarato di sinistra se facesse politica in Italia. Riporto opinioni1 di Obama espresse in campagna elettorale:

  • Obama vuole aumentare le tasse solo a chi guadagna più di 250.000 dollari all’anno e ridurle a chi guadagna meno. In Italia sei considerato “ricco” se superi i 40.000 euro all’anno.
  • Obama ha dichiarato di essere contrario alle nozze gay. Come cristiano crede che il matrimonio sia un’unione sacra, bendetta da Dio, intesa solo tra un uomo ed una donna. Manco avesse parlato il Papa in persona! E come la mettiamo coi nostri DICO o sigle similari proposti dalla sinistra?
  • In politica internazionale Obama (al pari di Clinton o di Bush) ha dichiarato: Quando agiamo nei nostri interessi non riconosco il potere di veto dell’ONU nè di chiunque altro. Obama ha ristabilito il tradizionale principio dell’interventismo liberal, e per certi aspetti anche neoconservatore, fatto proprio in questi anni da Bush, secondo cui l’America in certe occasioni ha il dovere morale di intervenire militarmente, anche se non sono direttamente minacciati i suoi interessi nazionali. E’ ridicolo accusare Bush dell’invasione dell’Irak e dimenticare le guerre di Clinton in Somalia ed in Kossovo.

Un po’ poco di sinistra questo Obama a sentire quello che dice, vero?

E vogliamo parlare dei discorsi tenuti da Bush, Obama e Mc Cain a risultato ottenuto? Tutti ad incitare la nazione ad essere unita sotto il nuovo capo, senza stare più a pensare alle frizioni della campagna elettorale.

Tra l’altro faccio presente che nella tanto vituperata Amerika il perdente non si ripresenta poi a qualunque altra successiva tornata elettorale. Nella nostra civilissima Italia invece se si viene sconfitti è colpa del destino cinico e baro, e pure degli elettori che non hanno capito il messaggio, mai della propria inadeguatezza. E allora sorbiamoci tranquillamente un Presidente del Consiglio megalomane ed un capo dell’opposizione che è l’unico a credere a quello che dice.

- Note all'articolo
  1. tutte tratte dal New York Times, giornale da sempre schierato con i Democratici, tanto per essere sicuri che siano quanto più corrette []