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Paper: la lunga strada per produrre un’App

Dare valore ad un bene immateriale come il software è sempre molto difficile. Siamo così “geneticamente” condizionati a valutare un bene nelle tre dimensioni, a soppesarlo, ad averlo fisicamente tra le mani, che questa difficoltà è più che giustificata. Per nulla giustificato è invece l’atteggiamento di chi si rivolge alle vie alternative per non pagare il software. Mi è capitato sovente di assistere a scene che non ho problemi a definire penose. Persone che si vantavano di aver scaricato giochini piratati sul loro dispositivo: “tanto che problema c’è” oppure “io a quelli non li do i miei soldi”. E parliamo di cifre che spaziano dall’uno ai due euro. Certo in questi comportamenti è insita l’arretratezza culturale di molti italiani (i furbetti che vogliono fare fesso il prossimo) ed una certa disonestà di fondo (spesso neanche percepita, tanto da spingere queste persone a criticare in altre sedi la disonestà presunta di vari personaggi pubblici). È una cosa a cui penso spesso – la reputo una della cause principali del declino italiano. Proprio per questo voglio raccontarvi un esempio che mi ha colpito del lavoro che c’è dietro al software. Spunto? La nuova versione di Paper per iPhone. pencil  

Paper è prodotta dalla società FiftyTree. E’ una spettacolare app che permette di dare sfogo alla nostra creatività. La versione per iPad è nata focalizzata sul disegno, forte non solo di vari strumenti software (matita, evidenziatore, pennello, colori, ecc.) ma anche di un supporto fisico, uno pennino chiamato Pencil. Paper è così apprezzato che la stessa Apple la stà sfruttando per fare pubblicità al suo nuovo pennino, quello chiamato (Apple) Pencil…

FiftyThree ha deciso da poco di portare anche su iPhone la sua Paper. Ma ovviamente il cambio di dimensioni dello schermo comporta molte differenze non solo nell’interfaccia e nelle funzioni, ma anche e soprattutto nell’uso che le persone faranno di questa applicazione. Infatti sull’iPhone Paper è focalizzato su tre funzioni: prendere appunti, fare annotazioni su delle foto e produrre schizzi. Vi consiglio di provare Paper. E’ facile: è gratuita. La versione per iPhone è intuitiva e potente. Ma come si è arrivati a produrla, partendo da una app per iPad molto diversa per filosofia ed organizzazione? Sul blog di FiftyThree è apparso un primo articolo dedicato alla questione, intitolato Prototyping Paper on iPhone. L’ho trovato veramente istruttivo, perché ci ricorda che scrivere codice è un lavoro, non un hobby.

La prima cosa che hanno fatto gli sviluppatori di Paper è stato prendere la versione per iPad e metterla su iPhone per vedere che effetto avrebbe fatto. Presto detto: un disastro. Paper_iPad_iPhone

Tutto quello che funzionava bene sul grande schermo del tablet risultava inadatto ad un dispositivo così diverso. E non era solo questione di dimensione dello schermo, per cui alcune gesture a due dita diventavano poco pratiche. Il vero problema è che l’iPhone si usa molto spesso in verticale più che in orizzontale. Ma la versione per iPad è concepita per sfruttare la larghezza dello schermo. In più chi volesse utilizzare un’applicazione del genere su iPhone, vuole poter creare un appunto nel minor tempo possibile. Mentre sul tablet questa immediatezza è meno sentita. Infatti l’applicazione per iPad da più risalto alla organizzazione dei contenuti, che non alla loro creazione. Allora il team di sviluppo ha deciso di stilare una lista di linee guida per la nuova applicazione e di lavorarci su. Grande brainstorming che ha portato alla creazione di tre prototipi. I tre prototipi sono stati chiamati: “People”, simile ad una chat: crei uno schizzo e lo condividi con i tuoi contatti. “Pocket”, più focalizzato sull’organizzazione dei contenuti. “Sharing” una via di mezzo tra i due. I membri del team hanno preso il meglio dai tre prototipi di applicazione, tutto quello che risultava più indicato ad uno smartphone e da lì hanno lavorato su due ulteriori nuovi prototipi: “Navigation” e “Canvas”. Nell’articolo trovate anche dei video che illustrano il funzionamento di tutti questi tentativi.

Al di là dei dettagli – che trovate ben spiegati nell’articolo – ho trovato molto interessante questo “dietro le quinte”, proprio perché fa capire veramente quanto lavoro ed impegno ci voglia per creare un prodotto del genere. E perché pagare un’app, anche solo un euro non è qualcosa di sbagliato.