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Parti in fretta e non tornare

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Prosegue la mia maratona dei romanzi del Commissario Adamsberg. Finalmente il commissario è giunto a dirigere l’anticrimine e l’unità neanche è operativa che deve affrontare l’incubo della Morte Nera che risorge dai gorghi del Medio Evo. La cosa che più mi piace di Vargas è questa ricerca dei miti oscuri della civiltà: i lupi, i vampiri, la peste. Danno un fascino particolare alle storie ed aprono voragini nelle menti dei protagonisti. Vargas non punta mai particolarmente sulla trama, quanto più sull’ambiente, sul mondo in cui si muovono i suoi personaggi. E questa piazza col suo “banditore” rendono credibile un giallo dove il colpevole in fondo è abbastanza scontato.

– Ma in quella piazza sono tutti fuori di testa? – domandò un altro.
– Possibile , – disse Adamsberg. – Ma è un effetto ottico. Finchè guardiamo da lontano, tutto ci sembra perferttamente in ordine. Appena ci avviciniamo e ci concediamo il tempo di osservare i dettagli, ci accorgiamo che la gente è tutta più o meno fuori di testa, in quella come in qualsiasi altra piazza, fuori e dentro questa squadra.