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Pillole di astrofisica

Amedeo Balbi è un professore associato di astronomia e astrofisica presso il Dipartimento di Fisica dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Oltre ad insegnare Balbi si occupa anche di divulgazione scientifica. Lo fa scrivendo dei libri – l’ultimo si intitola L’ultimo orizzonte, cosa sappiamo dell’universo – testo su cui potete trovare comodamente qui sul suo sito maggiori informazioni. Ma non solo. Ha dato vita ad un bel canale YouTube (link qui) dove spiega l’universo con una serie di pillole. Niente paura! I suoi sono video brevi, dove si affronta un concetto o una curiosità alla volta. Me li sono visti tutti ed ha uno stile chiaro ed esaustivo, mantenendo sempre un linguaggio semplice e spiegando con dovizia di esempi i concetti che non sempre possono essere immediati per i non addetti ai lavori.

Sono capitato per caso sul suo canale per caso, grazie a questo video sulla scienza del film di Christopher Nolan: Interstellar. Interstellar è uno di quei classici film che o si odiano o si amano. A mio avviso perchè figlio di un battage pubblicitario sbagliato che, rammento, aveva creato aspettative eccessive. Forte della consulenza scientifica di Kip Thorne (premio Nobel per la Fisica per aver scoperto le onde gravitazionali) era stato presentato come un film veritiero sul come la scienza avrebbe permesso i viaggi interstellari. Nel qual caso ci si sarebbe dovuto chiedere perchè mai non li stessimo svolgendo anziché girarci un film sopra… 🤔 Tornando seri, Interstellar è un vero film di fantascienza, certo non una fantascienza spinta come quella di Star Trek o caciarona come quella di Star Wars, ma comunque fantascienza. Ci sono quindi incongruenze ed imprecisioni rispetto alla attuale teoria cosmologica, scelte artistiche utili allo svolgimento della trama. Abbiamo però tante cose interessanti dal punto di vista scientifico che ci vengono mostrate. Una rappresentazione verosimile di un wormhole, concetto diffusissimo nella fantascienza, un ripiegamento dello spazio tempo che collega istantaneamente due punti distanti dell’universo (come curiosità lo stesso Thorne ritiene sia possibile in linea teorica l’esistenza dei wormhole ma che sia assai improbabile trovarne uno formatosi naturalmente). Abbiamo una rappresentazione visiva di un buco nero in linea con tutto quello che sappiamo di questi fenomeni, lo splendido Gargantua dell’immagine qui sotto col suo disco di accrescimento che ne delinea i confini. Abbiamo un viaggio interstellare che deve fare i conti con la teoria della relatività e tutto quello che implica sullo scorrimento del tempo in relazione alla gravità (più ci avviciniamo alla massa del buco nero, più il tempo per noi scorre lentamente: poche ore per gli eroi del film trascorse sul primo pianeta esplorato corrisponderanno a venti e più anni sulla Terra).

Dopo aver visto il video di Amedeo Balbi sulla scienza di Iterstellar ho voluto rivedere il film ed ammetto di essermelo goduto con occhi diversi, più consapevoli. Anzi, vi consiglio anche di recuperare un altro film di fantascienza vicina alla scienza: Contact. Più datato – anche per gli effetti speciali – ma molto affascinante nelle tematiche.

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