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Politica e walled gardens

L’evoluzione del web negli ultimi anni non sfugge alle aspettative. L’afflusso continuo di nuovi utenti ha trasformato la rete in un contenitore più semplice ed omologato di quello che era ancora pochi anni fa. Da un 2007 in cui la metà del traffico era dovuta a centinai di siti diversi – era l’epoca dei blogger – al 2013 in cui metà del traffico è generato da 35 siti abnormi – siamo oggi nell’epoca dei social network!

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L’infografica che ho preso da qui rende bene il concetto. Come dicevo questa semplificazione non mi meraviglia. Si è passati da una realtà per addetti ai lavori – pochi ma buoni, verrebbe da dire – ad una realtà più popolata ma anche più standardizzata. Era inevitabile d’altronde e non è necessariamente un male. Mentre prima ci si nascondeva dietro soprannomi fantasiosi per tutelare la propria privacy – non si sapeva mai chi si sarebbe potuto conoscere in rete – Facebook ci ha spinto a metterci la faccia, dandoci la possibilità di ricreare virtualmente in nostro grafo sociale.

La contropartita mentale di questa enorme apertura è stata la tendenza a rinchiuderci nei nostri giardini recintati, nei walled gardens. Mentre prima, coperti dall’anonimato eravamo psicologicamente liberi di allacciare legami asimmetrici rispetto al nostro vissuto reale, ora abbiamo la tendenza a circondarci solo di chi possa approvarci.

Un esempio di questa tendenza è il circolo vizioso dei grillini, come si definiscono gli utenti affezionati del blog della ditta Beppe&Roberto. O Grillo&Casaleggio se siete più deferenti nelle definizioni. Porto questo esempio solo perché ultimamente ho avuto vari scambi con alcuni militanti del M5S. Ma l’esempio è estendibile a tanti generi e situazioni. Ho tratto le immagini che vedete qui sotto dal sito The Internet Map.

In questa mappa i siti sono trasformati in circonferenze. Più un sito è trafficato, più la circonferenza è grande. La grafica rende estremamente evidente che se si vive in un giardino recintato in cui tutti condividono la stessa opinione, si potrebbe pensare che l’intero universo concordi con noi. Se invece allarghiamo lo sguardo, rischiamo di scoprire che forse ci stiamo dando troppa importanza e che il mondo non finisce ai confini del nostro giardino.

Nel loro circolo chiuso gli utenti del blog di Grillo alimentano le proprie certezze, dimenticando il motivo per cui sono approdati lì. Sono approdati lì perché non accettavano la mancanza di democrazia nei partiti tradizionali. Ma l’accettano nel M5S, partito padronale e dove non esiste alcuna possibilità di contendere le cariche dirigenziali del partito. Sono arrivati al punto di accettare l’espulsione non solo di chi non la pensava come il capo, ma addirittura di chiunque osasse criticarlo. E se gli si fa notare il problema, rispondono che anche gli altri fanno così. Come se chi si comporta scorrettamente debba essere un modello da imitare!

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Ve lo ricordate quel mio articolo dell’anno scorso sulla Terza Onda? Stesso problema.

Invito tutti allora ad allargare lo sguardo e non vivere assediati nel proprio giardino cintato. O il ritorno alla realtà potrebbe essere traumatico.

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